Un terremoto di magnitudo 6 ha devastato l'Afghanistan orientale, causando oltre 1.400 morti e più di 3.000 feriti secondo le autorità locali. L'epicentro si è registrato nella provincia di Kunar, vicino a Jalalabad, nella notte di domenica come riportano fonti ufficiali.
Il dramma più straziante coinvolge le donne afghane, intrappolate sotto le macerie senza possibilità di soccorso. Come spiega a Fanpage Luca Lo Presti, presidente della Fondazione Pangea Onlus: «Le case sono crollate mentre erano bloccate all'interno. E nessuno sta portando in ospedale quelle che non sono morte». Le restrizioni talebane impediscono ai soccorritori maschi di toccare le donne, condannandole a morte certa.
Devastazione e bilancio drammatico
Oltre 5.000 abitazioni sono state completamente distrutte nella sola provincia di Kunar, secondo Il Fatto Quotidiano. La portata del disastro supera ogni previsione iniziale, con intere comunità rase al suolo dal sisma.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite avverte che il bilancio delle vittime potrebbe aumentare "esponenzialmente", interessando "centinaia di migliaia" di persone come riporta Il Fatto Quotidiano. I soccorsi procedono con estrema difficoltà nelle aree più remote e montagnose della regione.
Risposta umanitaria internazionale
L'Unione Europea ha stanziato un milione di euro di aiuti d'emergenza, oltre a 130 tonnellate di forniture mediche e umanitarie secondo Il Fatto Quotidiano. Due voli umanitari sono già partiti per raggiungere le zone più colpite dal terremoto.
La comunità internazionale si mobilita nonostante le complesse relazioni diplomatiche con il regime talebano. L'emergenza umanitaria richiede interventi immediati per salvare vite umane, anche se le restrizioni di genere continuano a ostacolare efficacemente i soccorsi.
Fonti utilizzate: "Fanpage", "Il Fatto Quotidiano", "TG24 Sky", "oggi"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.