Il Senato sta esaminando un disegno di legge bipartisan per regolamentare i baby influencer e proteggere i minori sui social media. La proposta, firmata dalla senatrice Lavinia Mennuni (Fratelli d'Italia) con il sostegno del Partito Democratico, mira a prevenire lo sfruttamento economico di influencer under-18.
Bambini e adolescenti guadagnano oggi decine di migliaia di euro sponsorizzando prodotti su YouTube, Instagram e TikTok, spesso con l'aiuto dei genitori che gestiscono i loro profili. Il fenomeno coinvolge la promozione di marchi di moda, cosmetici, giocattoli ed esperienze rivolte sia ai coetanei che ai genitori di altri bambini.
Misure contro lo sfruttamento
Il disegno di legge «Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale» richiederà maggiore trasparenza sulle sponsorizzazioni per evitare pubblicità occulta. Come riporta Il Fatto Quotidiano, l'Agcom avrà 180 giorni per sviluppare linee guida specifiche sulla trasparenza pubblicitaria che coinvolge minori.
In Italia il fenomeno è in crescita ma non ancora esploso come negli Stati Uniti, dove bambini come Ryan Kaji accumulano milioni di follower. Secondo il Corriere, questo giovane influencer americano della classe 2011 guadagna circa 35 milioni di dollari nel 2025 secondo Forbes.
Innalzamento età e verifica identità
La proposta prevede di alzare l'età minima per l'iscrizione ai social da 14 a 15 anni. Come segnala Il Fatto Quotidiano, attualmente il sistema italiano consente anche ai 13enni di registrarsi con il consenso parentale sotto i 14 anni, evidenziando lacune nell'applicazione.
Il punto cruciale sarà l'obbligo di utilizzare un sistema sicuro di verifica dell'età attraverso il portafoglio digitale europeo. Questo strumento, simile a Spid o Carta d'Identità Elettronica centralizzata, dovrebbe essere attivato entro il 30 giugno 2026 in tutti i Paesi membri per permettere autenticazione sicura ai servizi pubblici e privati.
Controlli e implementazione
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni monitorerà il rispetto della futura legge, con l'obiettivo di pubblicarla in Gazzetta Ufficiale all'inizio del 2026. Tra gli emendamenti figura anche la proposta di utilizzare documenti d'identità e codice fiscale come dati sensibili da condividere con i gestori dei social media.
Attualmente creare un account richiede solo un'autocertificazione, permettendo di mentire facilmente sulla data di nascita senza controlli effettivi. I tentativi delle piattaforme di affidarsi all'intelligenza artificiale per identificare i minori che si dichiarano maggiorenni si sono rivelati insufficienti.
Fonti utilizzate: "AGI", "Corriere", "Il Fatto Quotidiano"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.