L'Associazione bancaria italiana ha dato il via libera al contributo per la Manovra 2026, ma con paletti chiari: sì alla collaborazione, no a nuove tasse. Il Comitato esecutivo dell'Abi, riunitosi lunedì 13 ottobre, ha approvato all'unanimità la relazione del direttore Marco Elio Rottigni sul dossier contributi bancari.
La formula riproposta ricalca l'intesa del 2024: contributi straordinari pluriennali «nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell'economia e per la solidarietà sociale». Il messaggio dell'Abi è chiaro: disponibilità al dialogo con il Ministero dell'Economia, ma nessuna imposizione dall'alto per decreto.
Tensioni nella maggioranza
Sul tavolo resta il nodo politico e soprattutto numerico. La Lega pretende un gettito di 5 miliardi per coprire le misure annunciate, cifra ben superiore agli obiettivi governativi. Forza Italia, con il vicepremier Antonio Tajani, mantiene la ferma opposizione a qualsiasi tassa sugli extraprofitti bancari.
Il nuovo schema ipotizzato dal governo punta a far riemergere i 6 miliardi accantonati dalle banche nel 2023. Il meccanismo consentirebbe agli istituti di distribuire queste somme come dividendi in cambio di una tassa ridotta al 26%, con l'obiettivo di incassare circa 3 miliardi.
Scadenze decisive
Il negoziato tra governo Meloni e Abi proseguirà nelle prossime ore in vista del Consiglio dei Ministri del 14 giugno. L'esecutivo dovrà decidere se inserire il contributo bancario nel Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles o rinviare tutto alla legge di Bilancio vera e propria.
Come riporta QuiFinanza, alcune stime alternative parlano di entrate per 2,5 miliardi di euro, evidenziando il divario tra le aspettative della Lega e le valutazioni tecniche. Le associazioni imprenditoriali consultate secondo TG24 Sky hanno avvertito sui rischi di stagnazione economica senza politiche decisive di crescita.
Fonti utilizzate: "AGI", "QuiFinanza", "TG24 Sky"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.