Cristina, morta dopo 40 ore su una barella. Dall’autopsia e’ emerso che si poteva salvare

upday.com 2 godzin temu
Ambulanza in corsa verso l'ospedale simboleggia l'urgenza delle emergenze mediche (Immagine simbolica - Generata da IA) Upday Stock Images

Cristina Pagliarulo poteva essere salvata. Lo confermano nero su bianco i risultati dell'autopsia sulla 41enne di Giffoni Valle Piana, morta il 6 marzo dopo aver trascorso 40 ore su una barella nel Pronto Soccorso del Ruggi d'Aragona di Salerno.

L'esame autoptico, condotto dal pool di esperti Nicola Maria Giorgio, Antonio Mirabella e Adelmo Gubitosi con la presenza del consulente di famiglia Francesco Nobili, è inequivocabile secondo il Corriere. «Se la paziente fosse stata operata entro sei ore dall'insorgenza dei sintomi, si sarebbe evitata l'ischemia intestinale e di conseguenza la diffusa necrosi», si legge nel referto.

Il ritardo nel trattamento chirurgico «è stato tale da superare il margine di errore accettabile, configurando una condanna chiaramente colposa». Per gli esperti, il nesso causale tra il mancato intervento tempestivo e il decesso è «scientificamente fondato».

L'errore fatale dei medici

Cristina arrivò al pronto soccorso alle 3:05 del 3 marzo in piena notte. Dieci ore dopo fu sottoposta a TAC, ma nessun medico riconobbe l'ischemia intestinale in corso nonostante sintomi e risultati fossero chiarissimi.

La donna aveva dolori lancinanti, piangeva e chiedeva aiuto ma venne completamente fraintesa. Una dottoressa allertò perfino i colleghi della psichiatria a causa di quei «lamenti».

L'intervento chirurgico arrivò solo alle 17:30 del 4 marzo, quando ormai era troppo tardi. Sette medici sono ora indagati per la morte che i consulenti definiscono «prevedibile e prevenibile».

La polemica con De Luca

Il caso è stato rivelato in esclusiva dalla trasmissione «Fuori dal Coro» di Retequattro. Ospite di Mario Giordano, la madre Giovanna non ha usato mezzi termini: «Mia figlia è stata assassinata».

La donna ha contestato duramente il governatore Vincenzo De Luca durante l'insediamento del nuovo direttore generale dell'ospedale Ciro Verdoliva. «Mia figlia è stata condannata a morte perché non hanno saputo leggere una TAC», ha urlato davanti a microfoni e telecamere.

De Luca ha reagito con irritazione, definendo la madre «una persona maleducata» e rimandandola al direttore generale. Verdoliva ha promesso un incontro con la famiglia e «massima collaborazione» per fare chiarezza sulla vicenda secondo il Corriere.

Il dolore della famiglia

«Sono stati fatti errori drammatici che hanno condotto alla morte», denuncia l'avvocato Mattia Alfano, legale della famiglia Pagliarulo. La sorella Denise è disperata: «Sto male ogni giorno che passa, sapere che poteva essere fatto qualcosa mi fa impazzire».

L'autopsia conferma che la morte di Cristina rappresenta una «grave violazione delle leges artis» da parte del personale medico. Il progressivo deterioramento delle condizioni ha avuto «un ruolo determinante nell'innesco dell'evento fatale».

Fonti utilizzate: "AGI", "Corriere", "Fanpage"

Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.

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