Gergiev cancellato a Caserta: società civile ferma Putin

upday.com 6 godzin temu

A fermare il concerto di Valery Gergiev alla Reggia di Caserta non è stata una "cordata liberale", ma la società civile. Migliaia di attivisti tra intellettuali, dissidenti e semplici cittadini hanno alzato la voce contro l'esibizione del direttore d'orchestra russo, prevista per il 27 luglio.

Il grande maestro è noto per essere uno dei più tenaci sostenitori e propagandisti del regime di Vladimir Putin. La mobilitazione è stata guidata dalla vicepresidente dell'Europarlamento Pina Picierno (Pd), partendo da Bruxelles per poi guadagnare spazio sui media nazionali.

Gergiev e i legami con Putin

Gergiev non è un direttore qualunque, ma una figura controversa che non ha mai condannato la campagna russa in Ucraina. Ha diretto un concerto di fronte alle macerie del Teatro di Mariupol e ha sempre sostenuto il Donbas russo.

A soli tre anni dall'aggressione russa contro Kiev, la prospettiva di ospitarlo su un palcoscenico italiano ha fatto scoppiare il caso. L'evento era previsto nell'ambito della prestigiosa rassegna casertana "Un'Estate da Re".

La mobilitazione dei partiti

I leader dei partiti più convintamente anti-Mosca si sono mobilitati per fermare la performance. Carlo Calenda (Azione), Benedetto della Vedova (+Europa) e Marco Taradash (Partito Radicale) hanno fatto fronte comune con diverse associazioni.

L'iniziativa ha riscosso un indubbio successo, come hanno rilevato i vari esponenti durante una conferenza stampa a Montecitorio. L'incontro si intitolava "Cultura o propaganda? Il caso Gergiev a Caserta e le ingerenze russe in Italia".

La vittoria della società civile

Lo stop all'esibizione di Gergiev è arrivato poche ore prima dell'evento, diventando un felice viatico per una riflessione complessiva. Picierno, collegata da Bruxelles, ha espresso la propria soddisfazione: "Questa è una piccola ma significativa vittoria che conferma come lo stato di diritto e della democrazia è molto più solido di quanto gran parte del ceto politico voglia rappresentare".

La leader della battaglia contro l'"ambasciatore di Putin" ha riconosciuto che la mobilitazione della società civile è stata più forte di quella della politica. "Questa non è una vittoria qualunque", ha sottolineato, specie in un Paese come l'Italia che "si è dimostrato più permeabile alla propaganda filo-putiniana".

L'allarme sulle ingerenze russe

Benedetto della Vedova (+Europa) ha ricordato che bisogna arginare le ingerenze autoritarie anche quando avvengono in maniera soft. "Il Parlamento ha il compito di tenere la barra dritta, garantire l'appoggio italiano alla resistenza ucraina ma anche chiedersi perché il nostro Paese è più permeabile alla propaganda russa", ha affermato.

L'esponente di +Europa ha avvertito: "Dobbiamo essere consapevoli che siamo di fronte a un nemico militare ma anche a un fattore destabilizzante". Marco Taradash di Europa Radicale ha ribadito che "la propaganda filo-Putin non doveva passare nel nostro Paese" e ha promesso di continuare a lottare contro la guerra ibrida del Cremlino.

Fonte AGI (www.agi.it)

Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.

Idź do oryginalnego materiału