Viaggiare durante la gravidanza è possibile, ma richiede una pianificazione attenta e il consulto con la propria ostetrica. La Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) ha diffuso una serie di consigli per garantire vacanze sicure alle future mamme.
"Le esperienze di viaggio dovrebbero essere il più sicure possibile", sottolinea Anna Domenica Mignuoli, consigliera della FNOPO. "Tutte le donne in gravidanza dovrebbero essere incoraggiate a chiedere consiglio alla propria ostetrica prima di partire, per evitare disinformazione e favorire il benessere materno e fetale".
Il secondo trimestre è ideale
Il periodo migliore per viaggiare è il secondo trimestre di gravidanza. "In questa fase, la donna si sente generalmente più a suo agio e il rischio di aborto spontaneo e parto pretermine è molto basso", spiega Mignuoli.
Con le dovute precauzioni, viaggiare può essere un'esperienza serena e piacevole anche in dolce attesa. Tuttavia, è fondamentale discutere eventuali rischi con la propria ostetrica e avere una buona conoscenza delle risorse mediche locali della destinazione.
Pianificazione attenta necessaria
"Ogni viaggio andrebbe pianificato con attenzione", sottolinea l'ostetrica. La donna dovrebbe valutare la propria storia clinica, lo stato di salute attuale e, soprattutto, chiedersi: "Cosa farò in caso di emergenza?".
È importante informarsi sulla disponibilità e la qualità dell'assistenza ostetrica e medica nei paesi interessati dall'itinerario. Anche la durata e la tipologia del viaggio possono influire, soprattutto se si affrontano spostamenti lunghi o in condizioni climatiche estreme, che aumentano il rischio di stress fisico o complicanze come la trombosi venosa profonda.
Documentazione sempre con sé
Mignuoli consiglia di portare con sé "una copia aggiornata della documentazione prenatale e dei principali esami diagnostici, per facilitare eventuali interventi medici durante il viaggio". Questa precauzione può rivelarsi fondamentale in caso di emergenze.
"La pianificazione del viaggio deve tener conto del periodo della gravidanza", dichiara la consigliera della FNOPO. Il primo trimestre può comportare complicazioni come aborto spontaneo o gravidanza extrauterina.
Attenzione ai primi mesi
In caso di viaggio nel primo trimestre, è utile un'ecografia prima della partenza per confermare la sede della gravidanza e la presenza di battito cardiaco fetale. Inoltre, sintomi come nausea e vomito possono essere aggravati dal viaggio.
"Se questi sono gravi, tanto da compromettere l'alimentazione o l'idratazione, è preferibile rimandare", specifica Mignuoli. Anche il terzo trimestre pone delle criticità specifiche da valutare attentamente.
Terzo trimestre più complesso
Peso, edema periferico, disturbi del sonno e rischio di parto prematuro sono aspetti da non sottovalutare negli ultimi mesi di gravidanza. "In questi casi, è utile valutare la qualità dei servizi di assistenza al parto disponibili nella destinazione", conclude l'esperta.
La raccomandazione generale rimane quella di consultare sempre la propria ostetrica prima di intraprendere qualsiasi viaggio durante la gravidanza, per garantire la sicurezza di madre e bambino.
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.