La partita di Euroleague tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv ha scatenato violenti scontri nel centro di Bologna nella serata del 21 novembre. Gli scontri con circa mille manifestanti pro-Palestina hanno ferito 16 agenti delle forze dell'ordine. Il sindaco Matteo Lepore ha attaccato duramente il ministro dell'Interno Piantedosi per una gestione «sconsiderata» dell'ordine pubblico.
La protesta della campagna «Show Israel the red card» ha messo l'evento sportivo in secondo piano. Le scene di guerriglia urbana hanno coinvolto lanci di razzi e fuochi d'artificio contro le forze dell'ordine. I danni al patrimonio pubblico ammontano a circa 100.000 euro. I danni ai veicoli privati, ancora da conteggiare, aumenteranno il totale.
Lepore: «Manderò la fattura al ministro»
Il sindaco ha chiesto scusa ai cittadini e alle forze dell'ordine «[...] visto che nessuno delle istituzioni, dopo quello che è successo ieri sera, lo sta facendo. Neanche il ministro dell'Interno Piantedosi». Lepore ha annunciato che invierà il conto dei danni direttamente al ministro.
Secondo il sindaco, l'80 per cento dei «facinorosi» proveniva da fuori Bologna. «Non c'erano le associazioni bolognesi che si muovono per la pace», ha sottolineato Lepore. Le indagini hanno già identificato almeno 15 persone, con il numero destinato a salire grazie all'analisi dei numerosi video degli scontri.
Lo scontro tra Comune e Viminale
Lepore ha accusato il ministero degli Interni di aver «[...] ha sovvertito l'orientamento del Comitato per l'ordine pubblico della città di Bologna, dove il prefetto e il questore hanno dovuto eseguire quello che il ministro Piantedosi ha scelto». Il sindaco aveva chiesto per una settimana di rinviare o spostare la partita.
«Io avevo chiesto di usare la testa e non i muscoli e questo purtroppo è il risultato», ha dichiarato Lepore. Il sindaco ha definito gli eventi «scene di guerriglia che si potevano evitare» e ha chiesto che Bologna non diventi più «terreno di scontro politico».
Lepore ha criticato duramente Piantedosi: «[...] quando un ministro ha bisogno di mostrare i muscoli, soprattutto il ministro degli Interni, significa che non riesce con le sue azioni, le sue politiche a raggiungere i suoi risultati». Ha aggiunto che questo «[...] uso muscolare della polizia serve a distrarre dai veri problemi che ci sono».
La posizione di Patrick Zaki
Anche l'attivista Patrick Zaki è intervenuto nel dibattito, firmando un articolo critico verso l'evento per Il Manifesto. «Quando lo sport smette di essere la lingua dei popoli e si trasforma in uno strumento di "sportwashing", diventa necessario rimettere in discussione gli slogan accumulati nel corso dei decenni», ha scritto Zaki.
L'attivista, tornato in Italia dall'Egitto grazie al lavoro del ministero degli Esteri, ha posto una domanda provocatoria: «Oggi, Bologna — città che da decenni si presenta come cuore della sinistra italiana e simbolo storico dell'antifascismo — si trova di fronte a un bivio reale: può una città con questo patrimonio ospitare la squadra del Maccabi Tel Aviv in un evento che, in apparenza, dovrebbe essere soltanto sportivo?»
Zaki ha partecipato alla manifestazione insieme a Potere al popolo, sindacati di base, giovani palestinesi e collettivi.
Il problema del PalaDozza
Lepore ha evidenziato che il ministro Piantedosi conosceva bene le problematiche del PalaDozza. La struttura ha una storia di gestione dell'ordine pubblico difficile per le partite di basket. Le Questure hanno sempre chiesto a Virtus e Fortitudo di limitare drasticamente la presenza di tifosi ospiti, riducendola a poche decine di persone nelle curve.
«[...] il ministro ha portato migliaia di manifestanti proprio sotto il Paladozza. Questo è sicuramente una grande responsabilità», ha concluso il sindaco. Bologna si è trovata «[...] in mezzo a uno scontro muscolare, testosteronica, tra un gruppo di estremisti e il ministero degli Interni [...]».
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).










