Il Consiglio dei Ministri approva oggi il decreto che ridisegna la Maturità 2026, introducendo l'obbligo dell'esame orale e modificando il tradizionale calendario scolastico. La prima prova scritta si terrà giovedì 18 giugno invece del consueto mercoledì, mentre il nome dell'esame torna ufficialmente "Maturità" abbandonando la denominazione "esame di Stato".
Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara guida questa riforma che punta a ridefinire completamente la struttura dell'esame, con particolare attenzione al colloquio finale. Le modifiche entreranno in vigore per gli studenti che si diplomeranno nel 2026.
Risposta ai boicottaggi studenteschi
L'orale diventa obbligatorio per tutti gli studenti, impedendo i boicottaggi che hanno caratterizzato l'estate 2025, come riporta Il Fatto Quotidiano. La decisione risponde alla promessa di luglio del ministro Valditara di prevenire future proteste studentesche contro questa parte dell'esame.
Il ritorno alla denominazione "Maturità" ha un significato storico importante, secondo Il Fatto Quotidiano. Si tratta di un ritorno alla terminologia della riforma Gentile del 1923, abbandonando il nome "esame di Stato" introdotto dalla riforma Berlinguer nel 1997.
Struttura completamente rinnovata
La nuova struttura dell'esame orale prevede una componente disciplinare affiancata da valutazioni su PTCO, curriculum, orientamento, educazione civica e attività sportive, come segnala Il Fatto Quotidiano. Questa modifica mira a rendere l'esame più comprensivo delle competenze acquisite durante l'intero percorso scolastico.
La seconda prova scritta diventerà multidisciplinare, mentre per ottenere il punteggio massimo di 100/100 sarà necessario un voto di condotta non inferiore a 9, secondo Il Messaggero. Queste modifiche completano il quadro di una riforma che tocca tutti gli aspetti dell'esame finale.
Fonti utilizzate: "AGI", "Il Fatto Quotidiano", "Il Messaggero"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.