L'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie) ha rivisto al ribasso le previsioni sulla domanda globale di petrolio per il 2025. La crescita prevista di 700.000 barili al giorno rappresenta il ritmo più lento dal 2009, escludendo il 2020 quando la pandemia Covid aveva causato una contrazione.
L'agenzia ha sottolineato come questa previsione segni un rallentamento significativo rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, secondo l'Aie è ancora troppo presto per stabilire se i dazi commerciali statunitensi stiano influenzando direttamente la domanda energetica globale.
Paesi nel mirino delle tensioni
I maggiori cali nei dati sulla domanda sono stati registrati nei Paesi "nel mirino delle turbolenze tariffarie". Tra questi figurano Cina, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Messico, secondo quanto evidenziato dall'agenzia.
Le previsioni dell'Aie si collocano all'estremità inferiore della gamma del settore energetico. L'agenzia prevede infatti una transizione energetica più rapida rispetto ad altri organismi di previsione.
Divergenze con l'Opec
L'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) mantiene una visione più ottimistica. Secondo l'Opec, la domanda aumenterà di 1,3 milioni di barili al giorno quest'anno, quasi il doppio rispetto alle stime dell'Aie.
Per il 2026, l'Aie prevede una crescita della domanda media di 720.000 barili al giorno. Questa cifra rappresenta una riduzione di 20.000 barili al giorno rispetto alle precedenti previsioni dell'agenzia, mentre l'offerta dovrebbe aumentare di 1,3 milioni di barili al giorno, creando un potenziale surplus di mercato.
(AGI)Gin www.agi.it Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.