Il sindaco di Milano Beppe Sala esclude le dimissioni se il Consiglio comunale boccerà la vendita di San Siro a Inter e Milan. «Non mi arrendo di fronte alle difficoltà ma un sindaco si deve dimettere se una decisione mina il funzionamento dell'amministrazione, non in questo caso», ha dichiarato il primo cittadino secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano.
La trattativa sulla vendita dello stadio Meazza e delle aree limitrofe arriverà in aula per il voto l'11 settembre. Come segnala Fanpage, sono già sei i consiglieri di maggioranza che si sono pubblicamente opposti all'operazione, creando uno scenario di incertezza politica.
I dettagli finanziari dell'accordo
L'operazione ha una valutazione complessiva di 197 milioni di euro, con un prezzo finale di 161 milioni dopo un contributo comunale di 36 milioni, secondo QuiFinanza. Sala ha respinto le critiche sui presunti sconti alle società, parlando di «zero sconto» come riporta La Gazzetta dello Sport.
Il contratto prevede una clausola earn-out che obbliga i club a condividere il 50% delle plusvalenze in caso di rivendita entro cinque anni. Come confermano le fonti di calciomercato, c'è una scadenza cruciale a novembre 2024 per la tutela patrimoniale del secondo anello dello stadio.
Le riflessioni sul calcio moderno
Sala ha espresso nostalgia per l'era della proprietà di Moratti e Berlusconi, contrapponendola all'attuale approccio imprenditoriale straniero. Il sindaco vede nell'operazione San Siro un'opportunità per mantenere le squadre milanesi in città, nonostante l'opposizione crescente nel suo stesso schieramento politico secondo quanto riportano La Gazzetta dello Sport e calciomercato.
Fonti utilizzate: "AGI", "Fanpage", "calciomercato", "Il Fatto Quotidiano", "La Gazzetta dello Sport", "QuiFinanza"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.