La polizia ha sgomberato stamattina il centro sociale Askatasuna a Torino, occupato da quasi 30 anni. L'operazione, coordinata dalla Procura di Torino, ha scatenato scontri immediati: i manifestanti hanno lanciato oggetti contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con idranti. Il blitz è legato alle indagini sugli attacchi alla sede de La Stampa, alle OGR e a Leonardo durante le manifestazioni pro-Palestina.
L'operazione ha coinvolto Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza. Gli agenti hanno perquisito lo stabile di corso Regina Margherita 47 e le abitazioni di alcuni attivisti, sequestrando dispositivi elettronici, abbigliamento usato durante azioni violente e fumogeni. La Procura contesta violenza privata, lesioni personali aggravate, interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.
Durante lo sgombero, gli attivisti hanno denunciato danni all'edificio. «Quando sono entrati hanno spaccato i sanitari, ora stanno murando porte e finestre», hanno dichiarato. Gli attivisti hanno definito l'operazione «Questa è una vendetta non solo nei nostri confronti ma di tutta la città».
Corteo e scontri
Almeno un centinaio di manifestanti ha bloccato corso Regina Margherita durante lo sgombero. La polizia ha disperso il gruppo con idranti. Nel pomeriggio, circa 1.000 attivisti hanno organizzato un corteo, lanciando petardi e bottiglie contro gli agenti in assetto anti-sommossa.
Gli attivisti hanno esposto striscioni con la scritta «Askatasuna vuol dire libertà. Il futuro comincia adesso!». Dal microfono hanno dichiarato: «Sgomberare Askatasuna è la volontà chiara di un governo fascista di contrastare le manifestazioni oceaniche per la Palestina. A Meloni e a Piantedosi non è piaciuto, hanno risposto con lo sgombero di un centro sociale».
I manifestanti hanno annunciato una nuova marcia cittadina per sabato alle 14:30 da piazza Santa Giulia. «l'Askatasuna vive nelle strade e nelle lotte, non è solo quattro mura. [...] Noi non molliamo di un centimetro, siamo tutti Askatasuna», hanno aggiunto.
Reazioni politiche
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha dichiarato: «Rotto il patto con gli antagonisti». Lega e Fratelli d'Italia hanno espresso soddisfazione per l'operazione. Il Partito Democratico ha chiesto lo sgombero di Casa Pound.
L'Associazione nazionale funzionari di polizia ha espresso «il proprio convinto sostegno all'attività svolta oggi dalle Forze di Polizia a Torino, finalizzata al ripristino della legalità e al rispetto delle regole dello Stato di diritto». L'associazione ha sottolineato: «In questi casi, l'intervento dello Stato non è una scelta, ma un dovere».
Storia del centro sociale
Askatasuna ha occupato lo stabile dal 13 febbraio 1996. Il nome, che in basco significa «libertà», richiama il movimento indipendentista basco.
Negli anni Duemila, gli attivisti hanno partecipato alle proteste No Tav, talvolta violente. La Procura di Torino lo ha ipotizzato come «mente organizzativa» di quelle manifestazioni.
Nel quartiere, Askatasuna organizzava corsi di boxe, concerti, doposcuola e aiuti alle famiglie.
Nel 2024, la giunta comunale guidata da Lo Russo aveva avviato un'operazione per riconoscere il centro come «bene comune», con una clausola di non violenza. La fiducia «si è sgretolata» dopo l'attacco a La Stampa.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).





