L'inviato statunitense Tom Barrack ha lanciato un appello urgente alle fazioni in conflitto in Siria dopo i violenti scontri che hanno insanguinato la provincia di Sweida. "Tutte le fazioni devono deporre immediatamente le armi, cessare le ostilità e abbandonare i cicli di vendetta tribale", ha dichiarato il diplomatico americano.
La situazione in Siria ha raggiunto un punto critico, secondo Barrack, che ha sottolineato come "la pace e il dialogo devono prevalere, e prevalere ora". L'appello arriva dopo giorni di violenze che hanno scosso il paese mediorientale.
Oltre 900 morti negli scontri
Il bilancio delle vittime è drammatico: più di 900 persone sono state uccise a Sweida da domenica scorsa. Gli scontri settari tra drusi e beduini hanno coinvolto il governo a guida islamista, Israele e tribù armate provenienti da altre parti della Siria.
L'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha fornito cifre dettagliate: almeno 940 persone sono morte nelle violenze. Tra queste, 326 combattenti drusi e 262 civili drusi, di cui 165 giustiziati sommariamente.
Trump revoca le sanzioni
Barrack ha elogiato la decisione del presidente Donald Trump di revocare le sanzioni a Damasco. "La decisione del presidente Trump di revocare le sanzioni è stata un passo di principio, che ha offerto al popolo siriano l'opportunità di andare oltre anni di inimmaginabili sofferenze e atrocità", ha scritto l'inviato statunitense ad Ankara.
La comunità internazionale si è schierata a sostegno del nascente governo siriano, osservando "con cauto ottimismo il suo tentativo di passare da un'eredità di dolore a un futuro di speranza". Tuttavia, questa fragile speranza è ora minacciata dalla violenza sul campo.
Governo sotto pressione
"Questa fragile ambizione è ora offuscata da un profondo shock, poiché gli atti brutali delle fazioni in guerra sul campo minano l'autorità del governo e interrompono qualsiasi parvenza di ordine", ha commentato Barrack su X. Il bilancio include anche 312 membri del personale di sicurezza governativo e 21 beduini sunniti, tre dei quali civili giustiziati sommariamente dai combattenti drusi.
Altri 15 soldati governativi sono stati uccisi in attacchi israeliani, secondo l'Osservatorio. La Siria si trova quindi a un bivio cruciale tra la possibilità di pace e il rischio di un ulteriore deterioramento della situazione.
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.