Donald Trump ha ottenuto il risultato che gli Stati Uniti non riuscivano a raggiungere da due anni a Gaza. Marco Travaglio, ospite di Accordi&Disaccordi sul Nove, ha attribuito al presidente americano il merito della tregua annunciata il 9 ottobre. «È merito di Donald Trump questo risultato per Gaza? Sì. Ha fatto quello che tutti speravamo che facessero gli Stati Uniti da due anni», ha dichiarato il direttore del Fatto Quotidiano.
Netanyahu aveva respinto un piano simile già l'anno scorso, come ha spiegato Travaglio: «Si poteva fare già l'anno scorso se Netanyahu non avesse respinto un piano più o meno analogo - parliamo di 25.000 morti fa - perché sperava che da Trump avrebbe avuto via libera su tutto». Il primo ministro israeliano ha cambiato posizione solo dopo aver perso il sostegno dell'ultimo alleato rimasto.
Come riporta Il Fatto Quotidiano, una cerimonia di firma formale si terrà al vertice di Sharm el Sheikh con Trump e i leader regionali, ma senza la partecipazione diretta di Israele o Hamas. Secondo fonti ufficiali Hamas, 48 ostaggi dovrebbero essere rilasciati a partire da lunedì mattina come parte della prima fase dell'accordo.
Le sfide per la stabilità
Travaglio ha espresso preoccupazione per la tenuta dell'accordo: «Dopodiché Israele e Gaza sono piene di mine vaganti che tenteranno in tutti i modi di far saltare tutto». Il giornalista teme attentati eclatanti che potrebbero provocare Netanyahu e far ripartire la guerra.
Come riporta TG24 Sky, 500.000 palestinesi sono già tornati nel nord di Gaza, con i mercati che riaprono tra le rovine. Hamas ha dispiegato 7.000 forze di sicurezza per ristabilire il controllo nelle aree lasciate dalle forze israeliane.
L'accordo coinvolge tutte le principali potenze regionali, dalle satrapie arabe alla Turchia, dalla Siria all'Egitto fino a russi e cinesi. «Gli unici che non contano niente sono gli europei, che dovrebbero vincere, se ci fosse il Nobel per miglior attore non protagonista», ha ironizzato Travaglio.
La questione del controllo
Secondo oggi, Hamas ha formalmente rinunciato al governo di Gaza pur mantenendo un ruolo nella società palestinese. Il movimento ha accettato una transizione che ridimensiona il suo controllo diretto sul territorio.
Travaglio ha affrontato le critiche sulla natura "coloniale" del piano: «Quando noi per due anni abbiamo chiesto agli Stati Uniti di obbligare Israele a fare quello che adesso gli hanno fatto fare, che cos'era se non una prospettiva coloniale?». Il giornalista ha difeso l'intervento americano come necessario in un mondo che richiede «molto pragmaticamente e molto cinicamente che qualcuno faccia del colonialismo una volta tanto a fin di bene».
Come riporta Il Fatto Quotidiano, Israele pianifica di distruggere la rete di tunnel rimanente di Hamas con l'approvazione degli Stati Uniti dopo il rilascio degli ostaggi. Il presidente americano ha mostrato cautela dichiarando: «Speriamo che duri».
Fonti utilizzate: "Il Fatto Quotidiano", "TG24 Sky", "oggi"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.