Un italiano su 10 rinuncia alle cure: in Toscana il 27%, liste d'attesa infinite

upday.com 2 godzin temu
Medici ospedalieri rappresentano le sfide organizzative del sistema sanitario pubblico (Immagine simbolica - Generata da IA) Upday Stock Images

Uno su dieci italiani rinuncia alle cure mediche necessarie a causa di liste d'attesa sempre più lunghe, carenza di personale sanitario e costi crescenti delle prestazioni private. In Toscana la situazione è particolarmente grave: il 27% dei cittadini intervistati ha dovuto rinunciare ad almeno un servizio sanitario pubblico.

In un'intervista a La Nazione, la presidente di Federconsumatori Toscana, Laura Grandi, denuncia: «La salute è un diritto, ma per molti sta diventando un privilegio. Le istituzioni devono agire rapidamente per evitare che la rinuncia alle cure si trasformi in una nuova forma di disuguaglianza.»

Tra i fattori principali, sette persone su dieci citano i tempi d'attesa eccessivi per visite ed esami diagnostici. Il 12% lamenta strutture distanti o difficilmente raggiungibili, mentre un altro 12% segnala problemi con le prenotazioni digitali.

Le conseguenze colpiscono soprattutto le fasce più vulnerabili. In Toscana, le donne rappresentano il 66% di chi rinuncia alle cure, mentre gli anziani tra 65 e 80 anni sono il 52%. La spesa sanitaria privata in Italia ha raggiunto i 40 miliardi di euro all'anno.

Grandi sottolinea a La Nazione: «Manca una politica d'urto capace di affrontare con scelte e risorse adeguate un problema ormai strutturale. Tutto questo finisce per avvantaggiare il privato, sempre più aggressivo sul mercato.»

Il nodo della mobilità sanitaria

In Emilia-Romagna emerge un problema opposto ma collegato: pazienti provenienti da altre regioni oberano gli ospedali regionali. Il Sant'Orsola, il Rizzoli e il Maggiore incassano complessivamente 115 milioni di euro all'anno da pazienti extra-regionali.

Il presidente Michele de Pascale avverte a Il Resto del Carlino: «In Emilia-Romagna esistono prestazioni ad alta complessità che non sono disponibili altrove con la stessa qualità, e questo è un patrimonio per tutto il Paese. Ma negli ultimi anni è cresciuta molto anche la domanda di prestazioni di bassa complessità. [...] Il sistema rischia di non reggere.»

Il segretario regionale del Pd, Luigi Tosiani, riconosce l'eccellenza del sistema ma chiama alla responsabilità in un'intervista a Il Resto del Carlino: «Se in Emilia-Romagna continuano ad arrivare pazienti da ogni parte d'Italia è perché la nostra sanità pubblica funziona ed è riconosciuta come un'eccellenza. Ma questa capacità di attrazione genera oggi un carico enorme di richieste.» L'istituto ortopedico Rizzoli registra una lista d'attesa di 36.000 persone, di cui 28.000 in attesa di intervento chirurgico.

La spesa sanitaria pubblica italiana rimane inferiore di un punto percentuale rispetto al Regno Unito e di quasi tre punti rispetto alla Germania. Il governo ha recentemente aumentato i fondi per il Servizio Sanitario Nazionale, ma gli analisti descrivono l'incremento come modesto.

Nel frattempo, salari bassi penalizzano circa 600.000 operatori sanitari, aggravando la carenza di personale che alimenta le liste d'attesa.

Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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