Diciotto organizzazioni italiane hanno lanciato un appello collettivo per ridurre il numero dei detenuti nelle carceri del paese. L'iniziativa, presentata nella Giornata mondiale dei Diritti Umani, denuncia una situazione «drammatica»: circa 63.500 detenuti sono stipati nei 46.500 posti effettivamente disponibili. Nel 2025 si sono già registrati 74 suicidi di persone detenute, oltre a 47 decessi le cui cause sono ancora da accertare.
L'appello, intitolato «Giubileo dei detenuti: chiediamo clemenza e umanità nelle carceri italiane», è indirizzato al Parlamento, al Presidente della Repubblica, al Ministero della Giustizia e ai magistrati di sorveglianza. Le organizzazioni promotrici - tra cui A buon diritto, Antigone, Cgil, Arci e altre 14 realtà - hanno annunciato un'assemblea pubblica per il 6 febbraio 2026 a Roma.
Il flashmob in Piazza Montecitorio
Un flashmob in Piazza Montecitorio ha reso visibile l'emergenza attraverso 74 sagome, una per ogni detenuto morto suicida dall'inizio dell'anno. L'evento, undicesima edizione del Memorial Stefano Cucchi, ha visto la partecipazione di esponenti di Avs e di numerose associazioni. Un grande striscione recitava: «Un natale di clemenza per le carceri».
La senatrice Ilaria Cucchi ha sottolineato come dietro ogni sagoma ci sia «una storia che molto spesso è ignorata da chi ci governa». Ha aggiunto: «[...] Il sovraffollamento può essere la soluzione per i suicidi in carcere. Sappiamo che è vero l'esatto contrario è il principale motivo dei suicidi al quale non si vuole porre rimedio.»
Le richieste di intervento
Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, ha definito i suicidi e le morti in carcere «un'emergenza vera». Ha chiesto «scelte coraggiose che abbiano a che fare con la depenalizzazione di alcuni reati» legati alle dipendenze, oltre a indulto e amnistia «in grado di abbassare la pressione». Ha inoltre sollecitato investimenti per il personale carcerario.
I dati documentano una crisi sistemica. Nel 2024 i Tribunali di sorveglianza hanno accolto oltre 5.800 istanze per condizioni di detenzione disumane e degradanti, contrarie all'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani. Le organizzazioni denunciano che «il carcere si è chiuso drammaticamente all'esterno» e che «i detenuti trascorrono in cella quasi l'intera giornata».
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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