La Squadra Mobile di Ragusa ha arrestato tre cittadini bangladesi con l'accusa di sequestro di persona aggravato, estorsione e tortura ai danni di due migranti connazionali. Un quarto individuo risulta al momento irreperibile. La Sezione Criminalità Straniera ha condotto l'operazione su coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania.
Gli arrestati sono H. N. (25 anni), A. O. (34 anni) e A. R. (43 anni), che la polizia ha portato in carcere. Il Giudice per le indagini preliminari ha emesso un mandato di arresto anche per un quarto individuo, B. S. (33 anni), ancora ricercato.
La trappola del lavoro regolare
I sequestratori hanno attirato le vittime con false promesse di lavoro e contratti regolari. Le due vittime erano entrate regolarmente in Italia attraverso il decreto flussi.
Una volta arrivate, i rapitori le hanno portate in una casa rurale isolata nella campagna vittoriese, che hanno trasformato in prigione.
24 ore di violenze e torture
Durante le 24 ore di prigionia, le vittime hanno subito violenze estreme. I sequestratori le hanno separate, legate con catene a mani e piedi, e picchiate con barre di ferro e tubi metallici.
I rapitori le hanno costrette a contattare le famiglie per chiedere un riscatto di 20.000 euro. I sequestratori facevano sentire a vicenda le urla di dolore per aumentare la pressione psicologica sui parenti.
Dopo il rilascio, i sequestratori hanno minacciato le vittime di ulteriori aggressioni se avessero denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine. I rapitori hanno rafforzato le minacce dichiarando una presunta affiliazione alla criminalità organizzata.
Il pattern criminale dalla Libia all'Italia
Gli inquirenti hanno identificato un modus operandi che replica pratiche già documentate nei contesti di traffico di esseri umani. Secondo quanto emerso dalle indagini, i torturatori usavano precedentemente questo metodo nei «ghettos» e nelle «connection house» in territorio libico.
Questo caso segna l'emergere di tali pratiche sul territorio italiano. Gli inquirenti considerano questo sistema una pratica routinaria all'interno delle reti di traffico.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).




