Caso Resinovich: l’impronta sul sacco non è di un guanto. Ecco cosa è emerso

upday.com 3 godzin temu
Investigatori della polizia scientifica durante i rilievi sulla scena di un crimine legato a una sparatoria. (Photo by STR/AFP via Getty Images) Getty Images

L'impronta definita "guantata" trovata sul sacco nero che copriva le gambe di Liliana Resinovich non è la traccia di un guanto. Le analisi del Gabinetto interregionale del Triveneto di Polizia scientifica di Padova hanno stabilito che appartiene alla trama dei jeans indossati dalla donna.

La scoperta rappresenta un nuovo sviluppo nel caso della donna trovata morta nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste. Per il suo decesso l’unico indagato è il marito Sebastiano Visintin.

La richiesta del giudice nel 2023

Gli accertamenti erano stati disposti dalla procura su indicazione del gip Luigi Dainotti. Nel 2023 il giudice aveva rigettato la richiesta di archiviazione della Procura, chiedendo ulteriori indagini.

Il gip aveva richiesto "un esame comparativo tra l'impronta guantata in trama di tessuto e i guanti utilizzati dagli operatori". L'obiettivo era accertare o escludere l'intervento di terzi sui sacchi che coprivano il cadavere.

Il confronto con altri reperti

Era stato inoltre disposto il confronto tra quell'impronta e il guanto sinistro rinvenuto a pochi metri dal cadavere. La notizia è riportata oggi dal quotidiano Il Piccolo.

Quella traccia resta l'unica trovata sui sacchi neri che coprivano il corpo di Liliana Resinovich. Dall'attività della Scientifica emerge che neppure questa è attribuibile a terzi.

Nuove indagini in arrivo

L'8 settembre prenderanno il via nuove indagini peritali genetiche e dattiloscopiche sui reperti del caso. Resta da accertare se questi approfondimenti evidenzieranno elementi diversi rispetto a quanto emerso finora.

Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.

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