Gli Stati Uniti e la Cina si scambiano nuove minacce commerciali dopo cinque mesi di tregua. Donald Trump ha annunciato venerdì 10 ottobre l'intenzione di applicare dazi al 100% su tutti i beni importati dalla Cina a partire dal primo novembre. Il presidente americano ha giustificato la decisione definendo «pessimo, davvero pessimo» il comportamento di Pechino.
La Cina ha replicato duramente attraverso il ministero del Commercio: «La guerra commerciale è coerente: non la vogliamo, ma non ne abbiamo paura». Un portavoce anonimo ha accusato Washington di applicare «doppi standard» e ha avvertito che «se gli Usa dovessero persistere nella loro linea, la Cina adotterà risolutamente misure corrispondenti».
Le armi economiche della guerra commerciale
Pechino aveva già sferrato il primo colpo giovedì 9 ottobre annunciando nuove limitazioni all'esportazione delle terre rare. A partire dal primo dicembre, le restrizioni toccheranno olmio ed erbio, utilizzati nel settore degli armamenti. Dall'8 novembre la Cina limiterà anche l'export dei componenti per le batterie delle auto elettriche.
Come riporta il Corriere della Sera, la Cina controlla circa il 70% dell'estrazione mondiale di terre rare e il 90% del processo di lavorazione e raffinazione. Questa dominanza strategica rende Europa e Stati Uniti dipendenti dalle forniture cinesi per settori chiave dall'automotive all'elettronica.
Le nuove restrizioni hanno affossato i mercati finanziari e messo in agitazione i colossi americani come Nvidia e Apple. La mossa di Xi Jinping rappresenta una reazione alle limitazioni imposte da Washington sull'export di chip verso la Cina.
Diversificazione e impatti globali
Secondo il Corriere della Sera, le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono crollate del 27% annuo a settembre 2025, mentre quelle totali della Cina sono cresciute dell'8,3%. Il Paese ha compensato le perdite diversificando il commercio con Unione Europea (+8,2%), India (+12,9%) e paesi ASEAN (+14,7%).
I livelli tariffari attuali sono tre volte superiori alle tariffe normali su entrambi i lati, secondo il Corriere della Sera, causando gravi disruzioni nelle catene di approvvigionamento globali. La tensione escalation arriva dopo la tregua economica raggiunta lo scorso maggio.
In teoria c'è tempo per trovare un'intesa fino al 31 ottobre, quando Trump e Xi Jinping potrebbero incontrarsi in Corea del Sud. La durezza iniziale potrebbe lasciare spazio a una ripresa del negoziato prima dell'entrata in vigore delle nuove misure.
Fonti utilizzate: "AGI", "Corriere della Sera"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.





