Conti confessa: 'Democristiano non offende, Celentano...'

upday.com 2 godzin temu
Carlo Conti sul palco del Teatro Ariston durante il Festival di Sanremo 2025 (Immagine simbolica) (Photo by Daniele Venturelli/Daniele Venturelli/Getty Images) Getty Images

Carlo Conti quest'anno festeggia i 40 anni di carriera in Rai, partendo da «Discoring» nel 1985 fino ad arrivare a diventare uno dei volti più riconoscibili della televisione italiana. Il conduttore descrive la sua carriera come una crescita «gradino per gradino», senza correre, con ogni programma arrivato nel momento giusto.

La scelta più difficile della sua carriera è stata lasciare «L'Eredità» sette anni fa, secondo quanto racconta il presentatore. «Ho abbandonato l'impegno giornaliero per dedicare la maggior parte del tempo alla mia famiglia», spiega Conti, sottolineando come il programma quotidiano sia quello che dà grande popolarità.

La svolta con "In bocca al lupo!"

Il momento di svolta è arrivato nel 1998 con «In bocca al lupo!», il programma che gli ha dato la grande popolarità e gli ha fatto capire cosa significasse essere conosciuto da tutti. «Diventare uno di famiglia è la gratificazione più grande, il vero regalo che ti dà la tv», racconta il conduttore.

Quando gli viene chiesto se lo infastidisce essere definito «democristiano» per la sua capacità diplomatica, Conti risponde senza offendersi. «Sono cristiano perché sono cattolico e sono democratico perché lascio spazio e rispetto tutti», spiega, aggiungendo che probabilmente intendono dire che è semplicemente diplomatico.

"Tale e Quale Show" e i segreti del successo

«Tale e Quale Show» è tornato in onda per la sua quindicesima edizione con la giuria composta da Marcuzzi, Panariello e Malgioglio. Come riporta Fanpage, nonostante sia alla quindicesima edizione, rimane il programma più giovane in prima serata, testimoniando quanto sia difficile imporre nuovi format televisivi.

Il successo del programma deriva dalla capacità di regalare momenti di leggerezza a un pubblico largo, sottolinea Conti. «È varietà la giuria, è varietà lo spettacolo, è varietà il cast», spiega il conduttore, evidenziando la natura di varietà piuttosto che di talent show.

Verso Sanremo 2026 e il futuro

Per quanto riguarda il prossimo Festival di Sanremo, Conti ammette che stanno già arrivando molte canzoni ma è ancora presto per le scelte definitive. Secondo il Corriere, il conduttore riconosce di dover essere più «severo e cattivo» nella selezione per rimanere entro il limite di 26 canzoni, dopo aver sforato nell'ultimo Festival.

Riguardo alla possibile presenza di Adriano Celentano, invitato pubblicamente dall'amministratore delegato Rai, Conti risponde diplomaticamente: «A chi non piacerebbe averlo sul palco». Il conduttore conferma che questo sarà il suo quinto e ultimo Festival, considerando cinque «un bel numero, un ottimo obiettivo».

Il futuro della televisione italiana

Parlando di Stefano De Martino e del futuro della conduzione televisiva, Conti riconosce le qualità del collega. «Ha tempi, presenza, disciplina e regole che gli vengono dal ballo: ha tutte le caratteristiche per fare bene», commenta, pur precisando che personaggi come Baudo, Corrado e Mike Bongiorno rimangono irripetibili.

Fonti utilizzate: "AGI", "Corriere", "Fanpage"

Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.

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