Gli impianti di eolico offshore possono essere compatibili con la vita marina e la biodiversità. Nel Golfo di Taranto sono stati registrati oltre 1.200 avvistamenti tra delfini, grampi e capodogli tra il 2018 e il 2024.
Di questi avvistamenti, 641 sono avvenuti dopo l'entrata in funzione dell'impianto eolico offshore di Taranto. Il parco, inaugurato nel 2022, è il primo e ad oggi l'unico impianto eolico offshore del Mar Mediterraneo.
Studio conferma compatibilità ambientale
I dati emergono dalla ricerca "Energia Rinnovabile e Conservazione Marina. Il case study dell'impianto Beleolico di Taranto" presentata oggi da Goletta Verde di Legambiente. È intervenuto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, durante il quarto giorno di tappa in Puglia.
Lo studio è stato realizzato da Jonian Dolphin Conservation su commissione della società Renexia. Si tratta del primo studio nel suo genere nel Mediterraneo, con l'obiettivo di identificare eventuali variazioni nella presenza e distribuzione delle diverse specie di cetacei.
Analisi pre e post impianto
La ricerca ha preso in esame il periodo 2018-2021 (pre-impianto) e 2022-2024 (post-impianto). Il 2020 è stato escluso vista la ridotta attività navale nell'area osservata durante la pandemia.
Le analisi preliminari confermano che l'utilizzo dell'area da parte dei cetacei è sostanzialmente invariato tra i due periodi. Questo dato dimostra la compatibilità tra gli impianti eolici offshore e la fauna marina.
Legambiente rilancia sull'eolico offshore
Considerando gli esiti positivi di questi studi, Legambiente ha ribadito l'importanza di puntare sempre più sulle rinnovabili. L'associazione ambientalista sostiene progetti di eolico offshore soprattutto nelle aree valutate idonee per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
Secondo Legambiente è importante raggiungere e superare gli obiettivi previsti dal decreto Aree Idonee. Il target è di 7.387 MW al 2030, di cui già realizzati 1.803 MW, pari al 24,4% dell'obiettivo.
Puglia in ritardo sugli obiettivi
Alla Puglia basterebbe realizzare dai tre ai dieci parchi eolici per contribuire significativamente agli obiettivi nazionali. Tuttavia, la Regione Puglia mostra un deficit di installazioni pari a 174 MW.
Dal 2021 ad oggi la media annuale delle installazioni è stata pari a 339 MW. Questo numero deve salire fino a 1.015,2 MW annuo se la regione vuole raggiungere gli obiettivi regionali al 2030.
Rischio di dieci anni di ritardo
Se la regione continuerà come fatto fino ad ora, il traguardo fissato dal Decreto Aree Idonee verrà raggiunto in 16,5 anni. Questo comporterebbe ben 10,5 anni di ritardo rispetto agli obiettivi prefissati per la transizione energetica.
(AGI)Ta1/Gin www.agi.it Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.