I verbali dell'ultima riunione della Federal Reserve confermano che i banchieri centrali statunitensi sono sempre più divisi sulle politiche monetarie. Secondo l'ultimo report, alcuni membri del Federal Open Market Committee (Fomc) si sono detti pronti ad abbassare i tassi d'interesse, mentre altri hanno espresso timori sull'impatto dei dazi sull'inflazione.
Nella riunione del 17 e 18 giugno, i funzionari della Fed hanno deciso all'unanimità di lasciare i tassi di interesse invariati per la quarta volta consecutiva. Due dei 12 membri del Federal Open Market Committee però hanno annunciato la loro preferenza per una sforbiciata alla riunione di fine luglio.
Divisioni sui tempi del taglio
Alcuni partecipanti hanno osservato che, se i dati si evolveranno in linea con le loro aspettative, saranno disposti a prendere in considerazione una riduzione dei tassi di riferimento "già dalla prossima riunione". Molti, tuttavia, sono riluttanti ad abbassare i tassi quest'anno, finché l'inflazione rimarrà al di sopra dell'obiettivo della Fed del 2%.
I rischi di un rimbalzo dei prezzi "resteranno significativi", secondo questi funzionari. La "maggior parte" dei funzionari tuttavia ritiene che un taglio dei tassi sarebbe "probabilmente appropriato" nel 2025.
Preoccupazioni sui dazi commerciali
L'osservazione è che "le pressioni inflazionistiche dovute ai dazi potrebbero essere temporanee o moderate" e che, al contrario, l'attività economica rischia di rallentare. I tassi di riferimento si sono attestati tra il 4,25% e il 4,50% da dicembre.
Nei verbali della riunione di giugno, "molti partecipanti" ritenevano che l'impatto negativo dei dazi sull'inflazione "potrebbe essere più limitato se gli accordi commerciali venissero raggiunti rapidamente". Un altro scenario positivo sarebbe "se le aziende fossero in grado di modificare in tempi rapidi le loro catene di approvvigionamento".
(AGI)Gav Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.