Fiocchi arcobaleno per figlio: assessora travolta dall'odio

upday.com 2 godzin temu
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Margherita Colonnello (Pd), assessora al Sociale di Padova, si trova al centro di una polemica nazionale per aver appeso cinque fiocchi arcobaleno sulla porta del suo ufficio comunale. La celebrazione per la nascita del figlio Aronne, nato il 14 agosto, ha scatenato un'ondata di critiche dal centrodestra e sui social media.

La coppia, composta dall'assessora 33enne e dal marito Cosimo Cacciavillani, assistente dell'europarlamentare Cristina Guarda (Europa Verde), ha pubblicato una nota sui social per difendersi dalle accuse. «Nostro figlio non ha ancora due settimane e siamo sommersi da una polemica nazionale sulla nostra famiglia», hanno scritto mercoledì pomeriggio.

La promessa al Padova Pride

Il gesto aveva radici in una promessa fatta il 31 maggio al termine del corteo del Padova Pride. «Quando verrai al mondo non ti regalerò il fiocco rosa né azzurro, ma te lo regalerò arcobaleno, perché i colori sono tutti bellissimi», aveva dichiarato Colonnello al sesto mese di gravidanza. La coppia non aveva voluto conoscere in anticipo il sesso del figlio.

Come riporta La Stampa, Padova si era già distinta in passato per battaglie sui diritti Lgbtq+, riuscendo a registrare certificati di nascita di bambini con due madri. Il municipio veneto ha una storia consolidata di progressismo su temi di diritti civili.

Le reazioni del centrodestra

Matteo Salvini è intervenuto con toni critici: «Congratulazioni e auguri a mamma, papà e bimbo, ma era proprio necessario tutto questo?». Il generale Roberto Vannacci, vice della Lega, ha rincarato la dose definendo il gesto «ennesimo esempio dei danni di un'ideologia malsana».

La senatrice di Noi Moderati Mariastella Gelmini ha attaccato frontalmente: «Alla nascita siamo maschi o femmine. È la biologia a deciderlo, negarlo è come sostenere che la terra è piatta». Secondo Il Gazzettino, la storia è rapidamente escalata da livello locale a nazionale attraverso l'amplificazione mediatica.

La difesa della famiglia

I coniugi hanno chiarito la loro posizione respingendo le accuse. «Non abbiamo mai voluto chiedere ad Aronne di decidere se essere maschio o femmina, ma gli abbiamo promesso che saremo sempre al suo fianco», hanno precisato nella nota. La coppia ha denunciato di essere stata «travolta dall'odio» e di aver visto il proprio discorso «distorto».

La Stampa segnala che Roberto Vannacci ha utilizzato asterischi nei suoi post social per deridere il linguaggio neutro mentre criticava la famiglia. L'europarlamentare del Pd Alessandro Zan ha definito «vergognoso» l'attacco alla famiglia di Aronne.

Fonti utilizzate: "AGI", "Corriere", "La Stampa", "Il Gazzettino"

Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.

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