Giustizia, Nordio in campo per il sì: il 57% favorevole alla riforma

upday.com 16 godzin temu
Un giudice tiene una copia della Costituzione italiana durante una protesta contro le riforme giudiziarie (Immagine simbolica) (Photo by Franco Origlia/Getty Images) Getty Images

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio scende in campo per il referendum sulla riforma della giustizia. Il guardasigilli ha annunciato che condurrà una campagna attiva per il «sì», partecipando a dibattiti televisivi e incontri pubblici in tutta Italia. Al centro della sua battaglia: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Nel frattempo, l'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha formato un comitato per il «no», pronta allo scontro diretto con Nordio.

I sondaggi indicano una maggioranza favorevole alla riforma. Secondo una rilevazione dell'otto ottobre condotta da Noto per Porta a Porta, il 57% degli italiani confermerebbe la riforma della giustizia, mentre il 22% si opporrebbe e il 21% è ancora indeciso. Il 53% di chi dichiara che andrebbe a votare sostiene la separazione delle carriere. Il referendum potrebbe tenersi in primavera, poco dopo le elezioni regionali previste per il 23 e 24 novembre.

Una svolta inattesa arriva dal fronte progressista. Decine di avvocati di sinistra hanno dichiarato pubblicamente che voteranno «sì» al referendum. Fabio Sommovigo, presidente della Camera penale di La Spezia e storico difensore dei manifestanti del G8, ha spiegato in un'intervista a ilgiornale.it: «[...] Non è affatto vero che in Italia il garantismo sia divenuto patrimonio della destra. La destra è garantista per i suoi sodali. Il problema è che anche a sinistra il garantismo è ormai patrimonio di una minoranza. In questo vuoto di rappresentanza politica noi abbiamo deciso di fare sentire la nostra voce.» Tra i firmatari figurano avvocati come Alessandro Gamberini e Mirko Mazzali, con alle spalle battaglie legali per cause progressiste.

Le ragioni del «no»

L'ANM ha approvato un documento di netta opposizione alla riforma. L'associazione dei magistrati sostiene che non può «restare inerte di fronte a una riforma che altera l'assetto dei poteri disegnato dai Costituenti e mette in pericolo la piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge». Nel documento si legge: «Una magistratura forte con i deboli e debole con i forti non garantisce più la tutela effettiva dei diritti [...] né l'equilibrio tra i poteri dello Stato, condizione imprescindibile della democrazia. Questa riforma non rende la giustizia più rapida o più efficiente: la rende meno libera, più esposta all'influenza dei poteri esterni e meno capace di difendere i cittadini.»

La risposta di Nordio e il sostegno della maggioranza

Nordio ha respinto le critiche definendole, in un'intervista a Il Foglio, «le loro affermazioni sono slogan infondati». Il ministro ha espresso sorpresa per l'opposizione della segretaria del PD Elly Schlein, ricordando che la separazione delle carriere ha radici storiche anche a sinistra.

Per Forza Italia, il cui esponente Marta Fascina guida la raccolta firme, si tratta di «un passaggio storico e una vittoria personale per Silvio Berlusconi». La maggioranza punta a raccogliere facilmente le firme necessarie - 80 deputati o 41 senatori - potendo contare su 242 deputati e 120 senatori.

Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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