Israele ha vietato a 14 organizzazioni non governative di operare nella Striscia di Gaza, respingendo le loro domande di registrazione. Le autorità israeliane le accusano di essere «ostili», coinvolte in «terrorismo», «antisemitismo» o di «delegittimare lo Stato di Israele». La decisione arriva mentre la regione affronta una grave crisi umanitaria, aggravata dalle condizioni meteorologiche avverse.
La misura colpisce 14 delle circa 100 domande di registrazione che le ONG hanno presentato negli ultimi mesi. Il Ministero per gli Affari della Diaspora e la Lotta contro l'Antisemitismo supervisiona la procedura di registrazione obbligatoria in vigore da marzo. Secondo quanto riportato da AGI/AFP, il Ministero ha respinto solo 14 domande e ha approvato le altre o le sta ancora esaminando.
Reazioni contrapposte
Secondo AGI/AFP, i funzionari umanitari hanno denunciato la decisione come un tentativo di «controllo politico» sulle loro operazioni.
Il Ministero israeliano ha respinto le critiche, dichiarando all'AGI/AFP: «Israele incoraggia l'azione umanitaria, ma non permetterà ad alcun attore ostile o a nessun sostegno al terrorismo di operare sotto la copertura degli aiuti umanitari.»
L'avvocato israeliano Yotam Ben-Hillel, che assiste diverse ONG colpite dal divieto, ha presentato un appello alla Corte Suprema di Giustizia. Ha spiegato all'AGI/AFP: «non forniscono alcuna prova a sostegno delle loro affermazioni, quindi è molto difficile per le ONG rispondere a queste accuse.»
Impatto sulla crisi umanitaria
Il divieto complica ulteriormente la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. La Striscia sta attualmente attraversando una grave crisi umanitaria, che il maltempo aggrava ulteriormente.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).
