Il Telescopio Spaziale James Webb ha rivoluzionato lo studio delle prime galassie grazie alla sua fotocamera a infrarossi MIRI. Le nuove immagini permettono per la prima volta di osservare galassie antichissime in luce infrarossa a lunga lunghezza d'onda. Questi oggetti celesti si sono formati oltre 13 miliardi di anni fa, quasi agli albori dell'Universo.
I risultati pubblicati sulla rivista Astronomy and Astrophysics si basano su osservazioni del campo ultra profondo di Hubble. Gli scienziati hanno condotto esposizioni estremamente lunghe, quasi 100 ore, per catturare le galassie più distanti mai conosciute. Queste osservazioni aprono nuove prospettive sulla formazione delle prime stelle.
Osservazioni rivoluzionarie
«In queste immagini, possiamo vedere le galassie piu' remote che conosciamo», ha spiegato Goran Ostlin, professore di astronomia presso l'Università di Stoccolma. «Cio' che rende uniche le nostre osservazioni e' che sono state realizzate nella luce infrarossa a media lunghezza d'onda e con un'esposizione estremamente lunga, quasi 100 ore. Questo ci permette di studiare galassie che hanno emesso la loro luce piu' di 13 miliardi di anni fa, quasi all'inizio dell'Universo».
La tecnologia MIRI fornisce risposte cruciali su come e quando si formarono le prime stelle. A differenza delle precedenti osservazioni che misuravano solo la luce delle stelle neonate, questo strumento permette di stimare il numero di stelle formatesi in fasi ancora più precoci. Gli scienziati possono così studiare l'evoluzione delle galassie primordiali quasi in prossimità del Big Bang.
Galassie ricche di polvere
Le osservazioni infrarosse hanno permesso di analizzare galassie ricche di polvere interstellare, alcune delle quali ospitano buchi neri. Questi oggetti assorbono la luce blu delle stelle a causa dell'enorme quantità di polvere e emettono radiazione infrarossa che raggiunge i nostri strumenti. La polvere costituisce un velo che nasconde processi fondamentali dell'evoluzione galattica.
«MIRI ci permette di vedere attraverso questo velo di polvere e osservare cio' che si nasconde dietro», ha dichiarato Jens Melinder, ricercatore dello stesso dipartimento. «Osservando queste galassie, possiamo comprendere quanto velocemente si siano formati gli elementi piu' pesanti, di cui e' composta la polvere, e come si siano evoluti i buchi neri supermassicci circondati da un anello di polvere incandescente».
Fonte AGI (www.agi.it)
Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.