La Corte dei Conti blocca il Ponte sullo Stretto - costi a 13,5 miliardi

upday.com 7 godzin temu
Manifestanti protestano contro il ponte sullo Stretto di Messina a Messina (Immagine simbolica) (Photo by GIANLUCA CHININEA/AFP via Getty Images) Getty Images

La Corte dei Conti ha bloccato l'approvazione definitiva del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina. La decisione rappresenta un colpo significativo per il governo, che considera l'opera una priorità.

Il ministro Salvini ha annunciato che l'esecutivo risponderà punto per punto alle obiezioni della Corte, ma la partenza dei cantieri slitterebbe da novembre a febbraio.

In un'intervista a Fanpage, Salvini ha dichiarato: «Mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri già a novembre, se dovremo tornare in Consiglio dei Ministri (Cdm) ai primi di dicembre rimandando in Corte dei Conti tutte le nostre motivazioni per proseguire con l'opera lo faremo.»

Il governo potrebbe richiedere un «visto con riserva» per procedere. Gli esperti definiscono questa procedura come «molto pericolosa» e un'«anatra zoppa» che sposta il problema in avanti senza risolverlo.

L'architetto Massimiliano Fuksas, 81 anni, ha criticato duramente lo stop in un'intervista a ilgiornale.it. «Vede, questa è una cosa solo italiana. Io sono uno che gira per il mondo. È incomprensibile una decisione così. Dicono: intanto lo blocchiamo, poi si vede», ha affermato.

Fuksas ha sottolineato che Garibaldi ha proposto per la prima volta il ponte 150 anni fa. Il ponte rappresenta il collegamento tra due parti d'Italia: «Il ponte la fa diventare una cosa unica», ha dichiarato l'architetto.

Problemi legali ed economici

Il costo del progetto è lievitato da 3,9 a 13,5 miliardi di euro, violando potenzialmente le norme dell'Unione Europea (UE) sulla concorrenza.

Il professor Domenico Marino, docente di Economia Politica all'Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha spiegato a Fanpage: «La Corte ha chiesto tutti gli atti aggiuntivi che potessero dimostrare il rispetto del tetto del 50%, e la Stretto di Messina non li ha forniti. Probabilmente perché in quegli atti c'è qualcosa che non va.»

Un altro problema riguarda il cambio di modello: la gara del 2005 prevedeva un «project financing» con contributi privati, mentre oggi l'opera è interamente a carico dello Stato.

Marino ha evidenziato che per coprire i costi servirebbero oltre 10 milioni di auto all'anno sul ponte. «Quell'opera economicamente non è sostenibile», ha affermato il professore.

Ripartire da zero richiederebbe almeno cinque anni, secondo l'analisi di Marino.

Fuksas ha concluso con un appello all'unità: «Si mettessero d'accordo: destra, sinistra e centro. D'accordo per riformare questo paese. Questo paese è vecchio. Così non va avanti.»

La Corte dei Conti ha rilevato inoltre irregolarità nella dichiarazione IROPI (Motivi Imperativi di Interesse Pubblico Prevalente) che il governo ha utilizzato per giustificare deroghe ambientali.

Il piano economico-finanziario che la Stretto di Messina ha presentato è stato definito difettoso.

Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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