La sinistra divisa sulla giustizia - Di Pietro e Bonino con Meloni

upday.com 15 godzin temu
Un palazzo di giustizia simboleggia il dibattito sulla riforma giudiziaria e la separazione delle carriere. (Immagine simbolica - Generata da IA) Upday Stock Images

Diverse figure storiche della sinistra italiana si dichiarano a favore della riforma della giustizia sulla separazione delle carriere, complicando la strategia dell'opposizione che punta a trasformare il referendum in un voto contro il governo Meloni. Antonio Di Pietro, simbolo di Mani Pulite, Emma Bonino e Goffredo Bettini del PD rompono il fronte unitario di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

L'ex magistrato Di Pietro ha annunciato ieri in un'intervista a La Stampa il suo sostegno alla riforma: «Nel 1989 avrei votato sì e resto di quell'idea, nonostante il tempo e il cattivo comportamento di alcuni partiti politici». Ha precisato che «Berlusconi non ci azzecca niente con questa riforma» e ha motivato la sua posizione con un principio costituzionale: «Nel momento in cui la Costituzione stabilisce che le parti, accusa e difesa, in una situazione di parità, si devono presentare davanti a un giudice terzo, è inammissibile pensare che una delle parti sia fratello del terzo».

Altri esponenti progressisti si allineano. Goffredo Bettini, esponente del PD, aveva già scritto a giugno su Il Foglio che la separazione delle carriere può «rappresentare un passo avanti, persino doveroso, nella direzione di una maggiore terzietà del giudice». Emma Bonino di +Europa ha confermato: «La separazione delle carriere è sempre stata una battaglia mia e di Marco Pannella. Voterò e voterò sì alla riforma». Anche il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha criticato il «ritardo del centrosinistra, che ha governato per anni senza fare nulla sulla giustizia» e ha annunciato un probabile sì al referendum.

La campagna del governo

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che farà campagna attiva per il referendum, partecipando a dibattiti televisivi e incontri pubblici sul territorio. Secondo Il Foglio, Nordio ha definito le critiche dell'opposizione «slogan infondati» ed ha espresso sorpresa per la posizione contraria della segretaria del PD Elly Schlein, ricordando che la riforma ha radici storiche proprio a sinistra. La maggioranza di governo raccoglierà le firme lunedì alla Camera e martedì al Senato.

L'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) guida il comitato per il no ed è pronta al confronto diretto con il ministro. Il PD e il M5s puntano a trasformare il voto in un test sul governo Meloni, ma le defezioni interne complicano questa strategia. Claudio Petruccioli, ex leader del PCI, ha dichiarato a Il Foglio: «La separazione delle carriere è una riforma di sinistra. Al referendum voterò sì. Il Pd vuole usare il referendum per far cadere Meloni, un risultato che con la separazione delle carriere non c'entra un accidente».

La riforma prevede la separazione tra magistrati che accusano e quelli che giudicano, la creazione di un doppio Consiglio Superiore della Magistratura e l'istituzione di un'alta corte disciplinare. Il referendum si terrà in prossimità delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre in Campania e Puglia, regioni considerate cruciali dal centrodestra.

Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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