Palmisano attacca Fidal: "Marcia ignorata, pretendo rispetto"

upday.com 3 godzin temu
Antonella Palmisano (sinistra) sul podio con la medaglia d'argento nella 35 km di marcia ai Mondiali di Tokyo (Immagine simbolica) (Photo by Emilee Chinn/Getty Images) Getty Images

Antonella Palmisano ha denunciato pubblicamente di essere stata «dimenticata» in un post celebrativo delle medaglie italiane ai Mondiali di atletica di Tokyo. L'argento nella 35 chilometri di marcia ha sfogato tutta la sua rabbia sui social: «La mia disciplina è ignorata, le mie vittorie cancellate come se non fossero mai esistite. Sono stanca».

La 34enne pugliese è stata esclusa da un post pubblicato dagli organizzatori dei prossimi Campionati europei di Birmingham, in collaborazione con European Athletics e la Federazione italiana di atletica. Il post raffigurava tutti i volti delle medaglie azzurre della recente spedizione iridata a Tokyo, a eccezione proprio dell'argento di Palmisano nella 35 km.

La protesta e l'intervento federale

«Prontamente, dopo la mia chiamata al presidente e grazie al suo intervento, questo post è stato rimosso», ha precisato l'atleta azzurra. Palmisano ha descritto questa esclusione come parte di «una mancanza di rispetto continua e sistematica, che ormai non è più una svista: è una scelta».

Come riporta Il Fatto Quotidiano, il palmares di Palmisano include un oro olimpico, due bronzi mondiali e un oro e un bronzo europeo conquistati tra il 2018 e il 2024. L'atleta ha lamentato che «il mio sport viene considerato di serie B» nonostante i suoi successi internazionali.

Le omissioni istituzionali sistematiche

Secondo Il Corriere della Sera, anche il direttore tecnico della nazionale ha dimenticato di nominare la medaglia di Palmisano nel bilancio della squadra durante la conferenza stampa post-Mondiali. La medaglia non è stata nemmeno riportata nel sito ufficiale della Fidal, alimentando ulteriormente la frustrazione dell'atleta.

Come riporta Il Corriere della Sera, Palmisano ha fatto riferimento al sostegno ricevuto in passato: «Forse l'allora presidente del Coni, Giovanni Malagò, comprese realmente la mia battaglia e la mia delusione». L'episodio attuale rappresenta l'ennesimo caso di quella che l'atleta definisce discriminazione sistematica contro la marcia.

La svolta verso l'attivismo

Palmisano ha concluso con una dichiarazione ferma che segna una svolta nel suo approccio: «Non starò più zitta. Pretendo rispetto. Pretendo che il mio nome e la mia storia vengano ricordati». L'atleta ha sottolineato il suo contributo ai successi dell'atletica italiana: «Se oggi l'atletica italiana può vantare certe medaglie, è anche grazie a me».

La protesta di Palmisano rappresenta una ribellione pubblica contro quello che considera un trattamento di seconda classe riservato alla marcia all'interno della federazione atletica italiana. «Chi continua a far finta di non vederle dovrebbe solo vergognarsi», ha concluso l'atleta.

Fonti utilizzate: "AGI", "Il Corriere della Sera", "Il Fatto Quotidiano"

Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.

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