La Russia ha dichiarato che difenderà la Cina in caso di conflitto su Taiwan. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha ribadito il 28 dicembre a Mosca che la Russia si oppone all'indipendenza di Taiwan e riconosce l'isola come parte integrante della Cina. La posizione russa si basa su un trattato bilaterale del 2001 che prevede il sostegno reciproco per l'integrità territoriale.
Lavrov ha spiegato nell'intervista all'agenzia di stampa Tass che il quadro procedurale è chiaro: «Per quanto riguarda un possibile inasprimento delle tensioni nello Stretto di Taiwan, la procedura per gestire tali situazioni è delineata nel Trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione con la Cina del 16 luglio 2001 (...), dove uno dei principi fondamentali sanciti in questo documento è il sostegno reciproco nella protezione dell'unità nazionale e dell'integrità territoriale.»
Accuse all'Occidente
Il ministro russo ha accusato l'Occidente di strumentalizzare Taiwan per scopi strategici e commerciali. «Oggi Taiwan viene utilizzata come strumento di contenimento strategico-militare contro la Cina», ha affermato Lavrov nell'intervista. Ha aggiunto che alcuni paesi occidentali traggono profitto dalla situazione: «C'è anche un interesse commerciale: alcuni in Occidente non sono contrari a trarre profitto dal denaro e dalla tecnologia taiwanesi.»
Lavrov ha puntato il dito in particolare contro gli Stati Uniti, accusandoli di vendere armamenti all'isola: «Costose armi americane vengono vendute a Taiwan a prezzi di mercato», ha dichiarato. Secondo il ministro russo, l'Occidente provoca deliberatamente tensioni nella regione per ottenere vantaggi strategici e commerciali.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).


![Wojna o baterie. Nowe pole globalnej rywalizacji [ANALIZA]](https://cdn.defence24.pl/2025/05/13/1200xpx/11KeEvAthDdQPDtbzeihms4NiBdHNk8zLju6VJzJ.mwgo.jpg)



