Il confronto interno alla maggioranza sulla manovra finanziaria entra nella fase decisiva. Domani è atteso un nuovo vertice di governo, preceduto da una riunione politica della Lega con Matteo Salvini e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Il passaggio è cruciale perché mercoledì il disegno di legge di bilancio approderà in Senato per il primo esame in commissione Bilancio. La maggioranza deve presentarsi unita, ma le divisioni sui contenuti della manovra da 18 miliardi rimangono evidenti.
Escalation Lega sui contributi bancari
Nel Carroccio cresce la pressione per aumentare il contributo richiesto alle banche. «È doveroso che i grandi istituti aiutino il settore sanitario, le famiglie e le imprese», spiegano fonti leghiste, che annunciano emendamenti per rafforzare il contributo del mondo finanziario.
Salvini alza ulteriormente i toni: «Ogni lamentela in più dalle banche è un miliardo in più che gli chiediamo. Una parte di quegli utili è garantita dallo Stato, quindi dai cittadini». Come riporta notizie.it, i profitti del settore bancario ammontano a circa 50 miliardi di euro.
Le dichiarazioni del vicepremier rispondono alle critiche di Antonio Patuelli (Abi), che aveva ricordato come «le banche abbiano pagato da sole la crisi». Salvini non arretra e rilancia una linea che punta a riequilibrare la manovra in senso sociale.
Scontro sugli affitti brevi
Altro nodo critico riguarda la tassazione degli affitti brevi, misura dal valore di circa 100 milioni che ha scatenato il pressing di Forza Italia. Gli azzurri si oppongono agli interventi ritenuti penalizzanti per i proprietari di case, chiedendo di rivedere la norma considerata «distorsiva».
Secondo Il Fatto Quotidiano, l'Italia conta 689.315 strutture registrate per affitti brevi, concentrate principalmente nelle aree turistiche. Solo l'1,4% degli operatori gestisce proprietà senza intermediari, rendendo l'aumento della cedolare secca dal 21% al 26% efficace sul 99% del mercato.
Altre questioni controverse
Più complessa la questione della tassazione sui dividendi delle partecipazioni inferiori al 10 per cento. Il passaggio dal prelievo dell'1,2% al 24% potrebbe garantire oltre un miliardo di euro l'anno, ma suscita preoccupazioni per gli effetti sull'attrattività del mercato italiano.
«È una misura che rischia di far fuggire i capitali», avvertono fonti parlamentari, ricordando che a essere colpite sarebbero anche famiglie e piccoli investitori. Un ulteriore fronte di tensione riguarda il Superbonus: il divieto di cessione dei crediti residui mette in difficoltà le Pmi ancora esposte.
Posizioni dei partiti
Fratelli d'Italia mantiene un profilo di prudenza. «Il passaggio parlamentare non sarà formale: si potranno fare modifiche, naturalmente nel rispetto dei saldi», chiarisce Lucio Malan (FdI), capogruppo al Senato.
Più tagliente la replica del responsabile economico di FdI Marco Osnato: «La Lega ha il ministro dell'Economia, chieda a lui cosa vuole fare». Una frase che fotografa il clima: maggioranza compatta sul traguardo, ma divisa sul percorso.
Il vertice di domani dovrà sciogliere i principali nodi politici prima dell'avvio dell'esame parlamentare. L'obiettivo è presentarsi uniti al debutto in commissione Bilancio, ma la strada verso l'approvazione si preannuncia non priva di insidie.
Fonti utilizzate: "AGI", "ilgiornale.it", "TG24 Sky", "Il Fatto Quotidiano", "notizie.it"
Nota: Questo articolo è stato creato con intelligenza artificiale (IA).






