Siani: Tour memoria celebra eroe - ma lezione resta attuale

upday.com 2 godzin temu
Una scrivania simboleggia il lavoro di inchiesta giornalistica e la ricerca della verità (Immagine simbolica - Generata da IA) Upday Stock Images

Il 23 settembre 1985 la Camorra uccise Giancarlo Siani a Napoli, nel quartiere Vomero. Il giovane cronista del Mattino aveva appena 26 anni quando fu assassinato sotto casa, dopo aver dedicato la sua breve carriera a raccontare la criminalità organizzata. Quarant'anni dopo, il ricordo del giornalista viene celebrato attraverso iniziative commemorative in tutta Italia.

Paolo Siani, fratello di Giancarlo e parlamentare del Partito Democratico, sottolinea che «la nostra idea è quella che Luigi Ciotti ci ha insegnato, memoria e impegno legati l'una all'altra, separati non hanno senso». Come riporta TG24 Sky, dal 24 settembre partirà un tour commemorativo che porterà la macchina da scrivere Olivetti M80 del giornalista in sette tappe attraverso l'Italia.

Il tour della memoria

La Olivetti M80, con cui Siani realizzò oltre 650 articoli e inchieste dal 1979 al 1985, viaggerà da San Giorgio a Cremano fino alla Festa del Cinema di Roma il 21 ottobre. Secondo TG24 Sky, il tour toccherà undici appuntamenti in città come Latina, Fondi, Ravenna, Milano e Torino. Oggi stesso è prevista la deposizione di fiori alle Rampe Siani a cura del Comune di Napoli.

Siani apparteneva a una famiglia della borghesia medio-alta partenopea e aveva frequentato il liceo classico Giovanbattista Vico con ottimi voti. Dopo il diploma si era iscritto a Sociologia e aveva iniziato a collaborare con periodici napoletani, interessandosi ai temi sociali. Fondò con alcuni colleghi il Movimento democratico per il diritto all'informazione, di cui divenne portavoce.

Il metodo giornalistico

La sua carriera al Mattino iniziò come corrispondente da Torre Annunziata, dalla sede distaccata di Castellammare di Stabia. Nonostante fosse un corrispondente, trascorreva intere giornate in redazione a scrivere i suoi pezzi. Come sottolinea Il Fatto Quotidiano, Siani sviluppò un «metodo» particolare: partiva dai dettagli per collegare notizie apparentemente slegate e rivelare schemi più ampi.

Il Fatto Quotidiano evidenzia che i suoi articoli venivano deliberatamente collocati nelle pagine provinciali anziché in prima pagina, rendendoli «nascosti» nonostante la loro importanza. Questa strategia editoriale non diminuì l'impatto delle sue inchieste sulla criminalità organizzata. A Torre Annunziata era diventato «scomodo per chi navigava nelle acque torbide del crimine organizzato, d'incoraggiamento per chi aveva una coscienza civile», ricorda Libera.

L'articolo fatale

La decisione di eliminarlo fu presa dopo la pubblicazione di un articolo il 10 giugno 1985 sulle modalità di arresto di Valentino Gionta, boss di Torre Annunziata. Nel pezzo Siani spiegò che Gionta era diventato alleato del potente boss Lorenzo Nuvoletta, amico e referente in Campania di Totò Riina. Questa rivelazione sui collegamenti tra Camorra napoletana e mafia siciliana costò la vita al giovane cronista.

Paolo Siani si rivolge oggi ai giovani giornalisti con un messaggio chiaro: «Fate bene il vostro lavoro, con la schiena dritta. Chi fa il giornalista deve raccontare i fatti. E se sono veri, anche se scomodi, vanno raccontati». Gianmario Siani, presidente della Fondazione Giancarlo Siani, definisce le sue inchieste ancora oggi «un monito» e «un esempio fondamentale».

Fonti utilizzate: "AGI", "TG24 Sky", "Il Fatto Quotidiano"

Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.

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