Filippo Turetta ha scritto una lettera di pugno il 10 ottobre per rinunciare all'appello contro la condanna all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin. Il 22enne ha protocollato il documento agli uffici giudiziari di Venezia, dichiarando di voler accettare la pena ricevuta in primo grado.
«Fin dall'inizio del mio percorso giudiziario ho fatto tutte le scelte possibili affinché questo potesse portare il più rapidamente possibile e in modo trasparente e sincero alla sentenza», scrive Turetta nella lettera. Il giovane esprime «forti sensi di colpa» e dichiara di pentirsi «ogni giorno sinceramente dal profondo del cuore» per le sue azioni.
La lettera di una pagina, come riporta Il Gazzettino, è stata scritta interamente a mano su carta A4 ed è stata consegnata al suo avvocato difensore Giovanni Caruso dopo la protocollazione nel carcere di Montorio. Turetta rinuncia formalmente all'impugnazione presentata il 21 maggio, assumendosi «la piena responsabilità per quello che ho fatto».
Il processo d'appello continua
Il processo di secondo grado dovrebbe iniziare il 14 novembre presso la Corte d'assise d'appello di Venezia. Turetta e i suoi difensori Giovanni Caruso e Monica Cornaviera non saranno presenti all'udienza.
L'accusa procederà comunque con l'appello attraverso il pm Andrea Petroni, che chiede il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e stalking escluse dalla sentenza di primo grado. Secondo il Corriere della Sera, il Procuratore facente funzione Stefano Ancilotto ha confermato: «Noi in appello ci saremo».
Il caso di Giulia Cecchettin, come segnala Fanpage, è diventato simbolo della violenza di genere in Italia dopo che la 22enne è scomparsa da Vigonovo e il suo corpo è stato ritrovato vicino al lago di Barcis.
Significato legale della rinuncia
La decisione di rinunciare all'appello in un caso così mediatico rappresenta un'anomalia nel sistema giudiziario italiano. Gli esperti legali sottolineano come sia inusuale che un imputato rinunci volontariamente a un grado di giudizio superiore in processi di tale rilevanza.
La determinazione della Procura a proseguire mira a ottenere il pieno riconoscimento della gravità del crimine. L'eventuale riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e stalking non modificherebbe la pena dell'ergastolo, ma definirebbe con maggiore precisione la qualificazione giuridica del femminicidio.
Fonti utilizzate: "AGI", "Corriere", "Il Gazzettino", "Il Messaggero", "Fanpage"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.