Il 93% dei piloti tedeschi ammette di essersi addormentato in volo negli ultimi mesi, secondo una nuova indagine della Vereinigung Cockpit riportata dal portale specializzato aeroTelegraph. L'indagine ha coinvolto oltre 900 piloti di diverse compagnie aeree tedesche, rivelando una prassi ormai consolidata nei cockpit.
«Il napping è da tempo la regola nei cockpit tedeschi», ha confermato Katharina Dieseldorff, vicepresidente del sindacato. «Quello che era nato come misura di recupero temporanea si è trasformato in uno strumento strutturale per far fronte a un sovraccarico cronico».
Numeri allarmanti per compagnia
Il gruppo più numeroso di piloti intervistati proveniva da Lufthansa con 481 partecipanti, seguito da Lufthansa Cargo con 101, Eurowings con 73 e Condor con 71, secondo Il Fatto Quotidiano. Non sono mancate adesioni anche da Ryanair, Cityline, Discover, Tuifly, Aerologic, DHL, City Airlines, Easyjet e German Airways.
Per il 74% degli intervistati il pisolino è ormai uno standard, mentre il 12% dichiara di addormentarsi brevemente a ogni volo. La pressione aumenta soprattutto d'estate, quando turni serrati, carenza di personale e vincoli operativi aggravano la situazione.
Episodi internazionali preoccupanti
L'allarme sicurezza trova conferma in episodi critici registrati a livello mondiale. Nel gennaio 2024 in Indonesia, la torre di controllo perse contatto per quasi mezz'ora con un Airbus A320 della Batik Air perché entrambi i piloti si erano addormentati.
Un ex comandante di Qatar Airways ha raccontato al Corriere della Sera di essersi addormentato durante una discesa con 400 passeggeri a bordo, dopo un turno di 20 ore. «Il corpo ti implora di riposare. Non puoi farci nulla», ha ammesso un altro copilota.
Richieste per maggiore sicurezza
La Vereinigung Cockpit precisa che una siesta controllata non rappresenta necessariamente un problema di sicurezza, ma lancia l'allarme sui rischi sistemici. «Un equipaggio cronicamente esausto è un rischio rilevante», ha avvertito Dieseldorff.
Il sindacato chiede di riconoscere la fatica come fattore di rischio, rafforzare i controlli sul rispetto delle regole di servizio e fondare le strategie di gestione del sonno su basi scientifiche. «Una cultura aziendale che minimizza o ignora la fatica diventa un pericolo per la sicurezza», ha avvertito Dieseldorff.
Fonti utilizzate: "aeroTelegraph", "Il Fatto Quotidiano", "Corriere della Sera"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.