Allarme per i negozi: 140.000 chiusi in Italia, 114.000 a rischio

upday.com 3 godzin temu
Una strada commerciale italiana che simbolizza i centri storici minacciati dalla crisi del retail tradizionale (Immagine simbolica - Generata da IA) Upday Stock Images

L'Italia ha perso oltre 140.000 negozi al dettaglio e venditori ambulanti negli ultimi 12 anni. Lo rivela uno studio di Confcommercio che presenta in vista dell'evento «inCittà» a Bologna il 20 e 21 novembre. Senza interventi di rigenerazione urbana, entro il 2035 rischiano di scomparire altri 114.000 esercizi commerciali - uno su cinque di quelli attualmente attivi.

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli lancia un allarme chiaro: «[...] ogni saracinesca abbassata significa meno sicurezza, meno servizi, meno attrattività e meno socialità nelle nostre città. [...] Senza efficaci e tempestivi interventi di rigenerazione urbana, entro il 2035 rischiamo di avere delle vere e proprie città fantasma».

I settori più colpiti

I dati dell'Ufficio Studi di Confcommercio mostrano un crollo particolarmente grave in alcuni comparti. I distributori di carburante hanno perso il 42,2% delle attività, seguiti da articoli culturali e ricreativi (-34,5%), commercio non specializzato (-34,2%), arredamento e ferramenta (-26,7%) e abbigliamento (-25%). Al contrario, il commercio online è cresciuto del 114,9% con oltre 16.000 nuove unità dal 2012.

Nel Paese si contano attualmente oltre 105.000 negozi vuoti, un quarto dei quali rimane vuoto da più di un anno. I centri storici e i piccoli comuni subiscono maggiormente il fenomeno. Tra le città a maggior rischio, Ancona potrebbe perdere il 38,3% delle attività di quartiere, Trieste il 31,1% e Ravenna il 30,9%.

L'esempio di Pisa

Il Mercato di Vettovaglie a Pisa, che i Medici hanno fondato nel XVI secolo, testimonia la crisi del commercio tradizionale. Delle decine di banchi storici ne rimangono solo quattro.

Come riportato da La Nazione, Juri Fiaschi, venditore di frutta e verdura, spiega: «Venire in centro oggi non è più pratico: non c'è parcheggio, quello che c'è costa troppo e la gente si scoraggia. [...]».

Barbara Tessieri del banco Ceccanti aggiunge: «Siamo rimasti in quattro e andiamo avanti grazie ai clienti affezionati. Ormai i margini sono pochi: troppi market, pochi abitanti, cultura cambiata. Il risultato è che questo mercato è prossimo a morire».

Confcommercio propone una strategia articolata per contrastare il declino: coordinamento stabile delle politiche urbane a livello nazionale, Programmi Pluriennali per l'Economia di Prossimità nei comuni, accordi locali per riattivare i locali sfitti con affitti equi, e piattaforme di welfare territoriale.

Sangalli sottolinea la necessità di «politiche fiscali più eque, accesso al credito più facile e meno costoso e misure specifiche per affrontare la transizione economica».

Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).

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