**EMBARGO FINO ALLE ORE 20:00** - Uno studio innovativo ha rivelato che l'obesità determina conseguenze diverse a lungo termine dell'infezione da Covid-19. La ricerca, condotta su primati, ha confrontato gli effetti del virus SARS-CoV-2 in animali magri e obesi per sei mesi.
I risultati sono stati pubblicati il 24 luglio sulla rivista scientifica PLOS Pathogens da Charles Roberts dell'Oregon Health & Science University e colleghi. Lo studio ha evidenziato come le conseguenze del "Covid lungo" varino significativamente a seconda dello stato metabolico preesistente.
Effetti diversi tra magri e obesi
I ricercatori hanno studiato gli effetti dell'infezione con la variante delta del SARS-CoV-2 in macachi rhesus maschi adulti. Gli animali sono stati divisi in due gruppi: magri e obesi con insulino-resistenza.
La maggior parte degli animali presentava parametri costantemente alterati mesi dopo la risoluzione dell'infezione iniziale. I livelli di virus nell'apparato respiratorio, gli anticorpi virali e i fattori infiammatori nel sangue erano generalmente simili tra animali magri e obesi.
Rischi specifici per ogni gruppo
Mentre l'obesità aumentava i rischi come danni polmonari persistenti e perdita di peso a lungo termine, gli animali magri avevano maggiori probabilità di sviluppare segni di alterazione metabolica. In particolare, gli animali magri hanno sperimentato un calo significativo del rapporto tra la concentrazione ematica dell'ormone adiponectina e quella dell'ormone leptina.
Questo abbassamento ha portato il loro livello di questo marcatore metabolico della salute al livello osservato nei coetanei obesi. Le conseguenze avverse a lungo termine dell'infezione rappresentano una componente importante del carico complessivo di malattia da Covid-19.
Covid lungo più diffuso del previsto
È noto che l'obesità pregressa e le malattie metaboliche aumentano la gravità della malattia acuta. Tuttavia, l'infezione da SARS-CoV-2 contribuisce anche allo sviluppo di malattie metaboliche di nuova insorgenza.
Poiché molti effetti a lungo termine erano fisiologici piuttosto che sintomatici, lo studio suggerisce che il Covid lungo potrebbe essere più comune di quanto indichino i dati di autovalutazione degli esseri umani. "Alcuni parametri sono cambiati in modo più marcato negli animali obesi, mentre altri sono cambiati in modo più marcato negli animali magri", affermano gli autori. "Pertanto, gli effetti persistenti dell'infezione da SARS-CoV-2 sono sia dipendenti che indipendenti dall'obesità."
Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.