I genitori italiani hanno presentato la prima class action contro Facebook, Instagram e TikTok per proteggere i figli minori. Il Movimento italiano genitori (MOIGE), insieme all'Associazione italiana genitori e altre organizzazioni familiari, ha depositato giovedì a Torino un ricorso storico al Tribunale di Milano con lo studio legale Ambrosio & Commodo.
L'azione legale chiede il divieto totale di accesso ai social per gli under-14, l'obbligo di informazione sui rischi permanenti e l'eliminazione dei sistemi che creano dipendenza come lo scroll infinito. Il tribunale ha fissato l'udienza per il 12 febbraio 2026, segnando uno scontro diretto senza precedenti tra famiglie e multinazionali tecnologiche.
«Non vogliamo demonizzare la tecnologia ma responsabilizzare chi trae profitto grazie ai social a ristabilire un equilibrio di diritti», ha dichiarato Antonio Affinita, direttore generale del MOIGE. L'organizzazione ha lavorato due anni al provvedimento insieme a esperti del settore accademico.
Le tre richieste al tribunale
La prima istanza riguarda il rispetto dell'obbligo di verifica dell'età per i minori di 14 anni, già previsto dalle norme vigenti ma sistematicamente violato. «Serve un sistema di verifica robusto, non una casella da spuntare», ha sottolineato Affinita, citando l'articolo 8 del regolamento 2016 sulla protezione dati.
La seconda richiesta mira all'eliminazione dei meccanismi di dipendenza dalle piattaforme. Stefano Faraoni, docente di diritto all'Università di Birmingham, ha definito questi sistemi «tecnologia persuasiva» progettata per modificare comportamenti e atteggiamenti degli utenti.
La terza istanza chiede informazione corretta e diffusa sui pericoli dell'abuso dei social, «come accade per i farmaci», secondo il direttore del MOIGE. L'avvocato Bertone ha precisato che l'obiettivo è «l'immediata esecuzione» delle norme esistenti.
I danni scientificamente documentati
La psicoterapeuta Marta Caciotti dell'Università Guglielmo Marconi ha spiegato che la dipendenza da social può creare danni biologici permanenti. La corteccia cerebrale prefrontale raggiunge la maturazione completa intorno ai 25 anni, mentre l'eccesso di esposizione digitale può provocare alterazioni nella produzione di dopamina.
Come riporta Vanity Fair Italia, uno studio del 2025 pubblicato su JAMA Pediatrics ha documentato modificazioni cerebrali permanenti derivanti dall'uso compulsivo dei social media. Il caso tragico di una bambina di 12 anni dell'Astigiano, che si è tolta la vita dopo l'esposizione a contenuti algoritmici dannosi, illustra la gravità del fenomeno.
Secondo Vanity Fair Italia, l'iniziativa italiana segue un precedente francese del 2024, mentre l'Italia conta oltre 90 milioni di account sui social media a fronte di 60 milioni di abitanti. Lo studio legale ha già annunciato una successiva azione risarcitoria per genitori i cui figli hanno subito danni, consultabile su www.classactionsocial.it.
Fonti utilizzate: "AGI", "Il Fatto Quotidiano", "Vanity Fair Italia"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.