Il centrocampista della Roma Edoardo Bove si è presentato in lacrime al Senato per sostenere la "Legge Bove" sul primo soccorso. Il 23enne, che ha subito un arresto cardiaco in campo durante Fiorentina-Inter il primo dicembre 2024, ha voluto dare il suo contributo a un'iniziativa che potrebbe salvare fino a 65.000 vite all'anno in Italia.
«È un anno che piango», ha dichiarato Bove visibilmente commosso durante la presentazione nell'Aula Convegni del Senato. Il giocatore giallorosso ha dedicato il disegno di legge ad altre vittime di arresti cardiaci, esprimendo orgoglio ma anche imbarazzo per il fatto che porti il suo nome.
Il senatore Marco Lombardo di Azione ha promosso il disegno di legge bipartisan, che prevede la formazione obbligatoria al primo soccorso nelle scuole, nei centri sportivi e per ottenere la patente. La proposta include anche la riduzione dell'IVA sui defibrillatori al 5%.
La dedica alle vittime
«Questa legge è per la Fondazione Castelli, per Matteo, per Stefano Carone, per Filippo Alessandrini, per Davide Astori e potrei continuare», ha detto Bove. «Io sono onorato che possa esserci il mio nome su questa legge, ma anche emozionato e imbarazzato. Questa legge è per tutti loro.»
Il centrocampista ha raccontato di aver toccato con mano il dolore delle fondazioni nate da genitori che hanno perso figli o fratelli. «È il momento che alziamo tutti la mano per dire che vogliamo fare qualcosa su questo argomento: il mio episodio è differente essendo accaduto in un campo di Serie A, dove le tutele sono diverse rispetto, ad esempio, ai campi dilettantistici», ha aggiunto il 23enne calciatore giallorosso.
L'appello contro la disinformazione
Bove ha lanciato un forte richiamo alla necessità di combattere la disinformazione sul primo soccorso. «Prima che mi accadesse questo evento ero il primo a non conoscere i dati sugli arresti cardiaci e questa disinformazione porta le persone ad avere paura», ha spiegato. «Altri dati dimostrano che in caso di necessità di un primo soccorso molti si tirerebbero indietro, ma per la paura di non sapere cosa fare.»
Il centrocampista classe 2002 ha individuato nelle scuole e nei centri sportivi i luoghi chiave dove promuovere l'informazione sul primo soccorso. «Il rettangolo di gioco è quello delle scuole e dei centri sportivi. È il momento di alzare la mano per rispondere presenti e per dimostrare di voler fare qualcosa su questo argomento», ha concluso.
Il sostegno bipartisan
La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha sottolineato il carattere unitario dell'iniziativa. «È un disegno co-firmato da maggioranza e opposizione, non ha ideologia né bandiere, non divide. Il Parlamento si muoverà unito», ha dichiarato. La senatrice ha evidenziato che «dietro ogni soccorso c'è una vita che può ripartire, la differenza la può fare una persona quando sa fare le manovre giuste. Questa è una legge non solo necessaria, ma doverosa».
Anche il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi ha portato la sua testimonianza personale. «Quarant'anni fa persi un cugino, andato giù e rimasto a terra mentre giocava a calcio con gli amici», ha raccontato. «Queste 65mila persone che muoiono ogni anni in Italia è la somma dei dolori che non possiamo non sentire. Manca probabilmente la cultura della vita, che non entra mai nelle agende educative».
I dati indicano che in Italia si verifica un arresto cardiaco ogni sette minuti. L'utilizzo corretto del defibrillatore nel primo minuto può garantire il 75% di possibilità di sopravvivenza.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).










