L'incendio scoppiato ieri nei pressi di via dei Gordiani a Roma ha effettivamente generato diossine nell'aria. Lo confermano i primi dati del monitoraggio dell'Arpa Lazio, che ha rilevato concentrazioni di sostanze tossiche superiori ai livelli di sicurezza.
Il personale dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale ha installato un campionatore a poca distanza dall'area interessata dal rogo. Lo strumento è necessario per verificare l'eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, PCB e diossine.
Diossine oltre i limiti di sicurezza
I risultati delle analisi mostrano la presenza di diossine-TEQ pari a 1 pg/m3. Questo dato è stato tempestivamente condiviso con l'autorità sanitaria, come spiega la nota diffusa dall'Arpa Lazio.
L'Organizzazione mondiale della sanità stima concentrazioni di tossicità equivalente di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3. Tuttavia, esiste un'elevata variabilità da zona a zona.
Conferma della fonte di emissione
"Concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata", spiega l'Arpa Lazio. Nel caso di via dei Gordiani, il valore rilevato è di 1 pg/m3, ben oltre questa soglia.
Questo significa che "l'incendio ha effettivamente generato diossina", confermando le ipotesi avanzate dagli esperti. Il rogo di materie plastiche ha quindi causato la diffusione nell'aria di sostanze tossiche.
Monitoraggio senza riferimenti normativi
Per quanto riguarda le diossine, non esiste un riferimento normativo specifico per l'aria ambiente. L'Arpa si basa quindi sui parametri indicati dall'Organizzazione mondiale della sanità per valutare i livelli di rischio.
I dati raccolti confermano che il rogo di materiali plastici ha rappresentato una fonte significativa di inquinamento atmosferico nella zona interessata.
(AGI)Cau Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.