La Corte Costituzionale ha confermato il potere delle Regioni di organizzare i servizi sanitari per il fine vita, respingendo il tentativo del Governo Meloni contro la legge regionale toscana. Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha definito «del tutto ideologico» l'intervento dell'esecutivo e ha chiesto al Parlamento di approvare finalmente una legge nazionale.
Il tribunale ha stabilito che le Regioni possono organizzare il servizio sanitario per far valere diritti già riconosciuti dalla giurisprudenza. Magi ha dichiarato all'agenzia AGI: «La legge toscana resta quindi un passo di civiltà, reso necessario dalla latitanza di un Parlamento che dopo questa pronuncia dovrebbe vergognarsi ancora di più.» Il segretario ha criticato «anni di rinvii, ipocrisie e ammiccamenti al clericalismo più reazionario sulla pelle delle persone che soffrono».
Magi ha esortato le altre Regioni a seguire l'esempio toscano per tutelare pienamente il diritto all'autodeterminazione. «Si tratta, semplicemente, di ciò che da anni avrebbe dovuto e dovrebbe fare ora il Parlamento: una legge nazionale sul fine vita che non sia regressiva rispetto a quanto già garantito dalla Corte Costituzionale», ha aggiunto.
Il Senato riprende l'esame
La Commissione Affari sociali del Senato è pronta a riprendere i lavori sul disegno di legge in materia di fine vita dal 7 gennaio. La convocazione congiunta con la Commissione Giustizia permetterà di riavviare l'esame del testo, interrotto per la sessione di bilancio. L'ultima sentenza della Corte Costituzionale sulla legge toscana ha avviato una fase di studio e approfondimento che potrebbe portare alla riapertura del termine per la presentazione degli emendamenti.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).



