L'Iran ha lanciato tre satelliti nello Spazio il 28 dicembre, utilizzando lanciatori russi Soyuz dalla base di Vostochny in Russia. I satelliti Zafar-2, Paya e Kowsar 1.5, progettati e prodotti nella Repubblica islamica, sono destinati all'orbita terrestre bassa per il monitoraggio di agricoltura, risorse naturali e ambiente. Il lancio dimostra la capacità di Teheran di portare avanti il proprio programma spaziale nonostante le sanzioni internazionali e rafforza la partnership strategica con Mosca.
Zafar-2 rappresenta un sistema avanzato per il monitoraggio delle risorse naturali. Paya è equipaggiato con le più recenti tecnologie di imaging e intelligenza artificiale per migliorare la risoluzione delle immagini. Kowsar 1.5, versione aggiornata di un precedente satellite per telerilevamento, è progettato per immagini ad alta risoluzione con focus sulle applicazioni agricole.
L'ambasciatore iraniano in Russia Kazem Jalali ha sottolineato che l'Iran è riuscito a sviluppare il proprio programma spaziale «nonostante tutte le sanzioni e le minacce», secondo quanto riportato dai media di Teheran. Ha confermato che Iran e Russia stanno «lavorando insieme in diversi settori, alcuni sono evidenti e altri non vogliamo chiarirli».
Preoccupazioni occidentali
Le nazioni occidentali esprimono preoccupazione per i programmi spaziali iraniani, temendo che possano coinvolgere tecnologie dual-use adatte allo sviluppo di missili balistici. Stati Uniti e alleati europei hanno criticato in passato i lanci spaziali iraniani. Teheran sostiene che il programma ha obiettivi puramente civili e scientifici, conformi alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi aveva sottolineato prima del lancio la trasparenza del programma spaziale e la sua conformità con le risoluzioni ONU. Questa è la decima missione satellitare iraniana negli ultimi due anni, dopo un lancio simile condotto a luglio da un cosmodromo russo.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).



