Moussa Sangare è stato riconosciuto «capace di intendere e di volere» al momento dell'omicidio di Sharon Verzeni. La perizia psichiatrica ha individuato nel 31enne un disturbo misto di personalità di tipo narcisistico e antisociale, ma questo non avrebbe influito sulla sua comprensione della realtà secondo la dottoressa Giuseppina Paulillo.
Oggi, lunedì 22 settembre, in aula verranno discussi dalle parti i risultati di tale perizia. La valutazione conferma la piena responsabilità penale dell'imputato nonostante i disturbi della personalità diagnosticati.
L'omicidio di luglio
Sharon Verzeni è stata uccisa il 30 luglio 2024 a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, mentre faceva jogging. La 31enne è stata aggredita alle spalle da uno sconosciuto che l'ha ferita a morte con tre coltellate alla schiena e una al petto.
Dopo un mese d'indagini attraverso l'analisi dei video delle telecamere di sorveglianza, gli inquirenti sono riusciti a identificare Moussa Sangare. Il 31enne aveva inizialmente cercato di sviare i sospetti tagliandosi i capelli e sostituendo componenti della bicicletta usata per l'omicidio.
Sangare aveva poi confessato ai carabinieri di aver ucciso la donna senza un preciso motivo. «Ha ucciso per noia, in cerca di emozioni forti», aveva dichiarato la gip convalidando l'arresto, ma alla prima udienza del dibattimento lo scorso marzo l'imputato si era dichiarato innocente ritrattando le confessioni.
La valutazione psichiatrica
La perizia è stata affidata alla dottoressa Giuseppina Paulillo, direttrice dell'Unità operativa complessa 'Residenze psichiatriche e psicopatologia forense' dell'Ausl di Parma. L'elaborato si è basato su due colloqui con l'imputato e alcuni test psichiatrici, depositati lo scorso agosto.
La dottoressa ha sottolineato come Sangare non abbia mostrato sensi di colpa né rimorsi, descrivendolo come un soggetto alla ricerca di esperienze eccitanti senza considerare le conseguenze. È emerso anche un disturbo da uso di cannabinoidi oltre ai disturbi di personalità.
Secondo il Corriere della Sera, l'omicidio è stato caratterizzato come un «crimine sadico di piacere» dal consulente psichiatrico Massimo Biza. Come riporta il Corriere, Sangare avrebbe mostrato comportamenti irrispettosi in aula, dormendo e giocando con una bottiglietta d'acqua.
La presenza in aula dei familiari della vittima, inclusi i genitori e il fidanzato Sergio Ruocco, sottolinea l'impatto devastante del crimine sulla famiglia. Secondo Fanpage, gli esperti sono unanimi nel riconoscere la competenza mentale dell'imputato, nonostante la difesa suggerisca la necessità di ulteriori test.
Fonti utilizzate: "AGI", "Corriere della Sera", "Fanpage"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.