Pressione fiscale vola al 42,5%, è il livello più alto dal 2020

upday.com 2 godzin temu
Premier Włoch Giorgia Meloni oświadczyła w niedzielę, iż Rosja wydaje się bardziej zainteresowana zwiększeniem okrucieństwa wobec Ukrainy niż negocjacjami. Tak szefowa rządu skomentowała największy od początku wojny w 2022 roku rosyjski atak powietrzny na Ukrainę. PAP

La pressione fiscale italiana è volata al 42,5% del Pil nel 2024, segnando un aumento di 1,3 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Si tratta del livello più alto dal 2020, quando l'economia era colpita dalla pandemia.

Il dato rappresenta una sfida per il governo Meloni, che ha fatto della riduzione delle tasse un pilastro della propria agenda politica. La premier aveva promesso di «tagliare l'Irpef al ceto medio», ma i numeri Istat raccontano una realtà diversa.

Record fiscale dal 2015

Secondo Il Fatto Quotidiano, per trovare un rapporto tra entrate fiscali e Pil più alto bisogna tornare al 2015 sotto Matteo Renzi, quando toccò il 42,9%. L'aumento delle entrate fiscali (+5,8%) è stato molto superiore alla crescita del Pil a prezzi correnti (+2,7%).

La spiegazione offerta dalla premier in primavera non regge all'analisi dei dati. «Se un percettore di reddito di cittadinanza trova lavoro e paga le tasse, la pressione fiscale sale», aveva detto Meloni. Gli economisti puntano invece il dito sul «drenaggio fiscale», fenomeno che con l'inflazione alta spinge i lavoratori in scaglioni Irpef più alti.

Marco Leonardi e Leonzio Rizzo calcolano che tra il 2022 e il 2024 il drenaggio fiscale abbia sottratto 25 miliardi a lavoratori dipendenti e pensionati. Un meccanismo che ha permesso al governo di migliorare i conti pubblici scaricando i costi sulla classe media.

Nuova riforma in vista

Come riporta Fanpage, l'esecutivo sta preparando una riforma dell'Irpef per il 2026 che ridurrebbe l'aliquota dal 35% al 33% per i redditi tra 28mila e 50mila euro. La misura costerebbe circa 4 miliardi di euro e interesserebbe 13,6 milioni di contribuenti.

Chi guadagna 40mila euro risparmierebbe circa 627 euro all'anno secondo le stime del viceministro all'Economia Maurizio Leo. «Bisogna trovare le risorse, quindi è un'opera molto complessa. Però il ceto medio è una priorità avvertita da tutti», ha dichiarato Leo.

Il governo sta anche valutando detrazioni fiscali basate sul nucleo familiare per favorire le famiglie numerose. Secondo Fanpage, questa riforma rappresenterebbe un cambio di strategia rispetto al sistema attuale che non distingue tra single e coppie con figli.

Conti pubblici in miglioramento

Il deficit è sceso al 3,4% del Pil nel 2024, con il ministro Giorgetti che punta a scendere sotto il 3% entro fine 2025. Questo permetterebbe l'uscita dalla procedura d'infrazione europea e l'attivazione della clausola per scorporare le spese militari dal deficit.

La crescita del Pil si è fermata allo 0,7% nel 2024, un dato che colloca l'Italia dietro alla media Ue (+1%) e dell'Eurozona (+0,9%). «Con Meloni e il falco Giorgetti abbiamo un Pil che inchioda l'Italia dietro a Ue +1%, Eurozona +0,9%», criticano i parlamentari M5s delle commissioni Bilancio e Finanze.

Come evidenzia Il Fatto Quotidiano, il saldo primario è tornato positivo (+0,5% da -3,5%) mentre la spesa per interessi è cresciuta del 10,1%. Le uscite correnti sono aumentate del 4%, spinte dalle prestazioni sociali e dagli stipendi pubblici.

Fonti utilizzate: "AGI", "Il Fatto Quotidiano", "Fanpage"

Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.

Idź do oryginalnego materiału