Domenica 23 e lunedì 24 novembre gli elettori di Puglia, Campania e Veneto sono chiamati alle urne per eleggere i nuovi presidenti regionali e rinnovare i consigli. I sondaggi pre-elettorali, pubblicati prima del silenzio imposto per legge, disegnano scenari molto diversi: dal dominio del centrosinistra in Puglia alla sfida più equilibrata in Campania, fino alla netta supremazia del centrodestra in Veneto.
I seggi aprono domenica alle 7 e chiudono alle 23, per riaprire lunedì dalle 7 alle 15. Per votare servono documento d'identità valido e tessera elettorale.
Puglia: Decaro in netto vantaggio
In Puglia Antonio Decaro, ex sindaco di Bari ed eurodeputato, parte con un margine superiore ai 25 punti percentuali sul candidato di centrodestra Luigi Lobuono. Tutti gli istituti demoscopici confermano il trend: BiDiMedia attribuisce a Decaro il 61,7% contro il 37% di Lobuono, mentre Ipsos indica il 63,8% contro il 33,1%. L'istituto Noto spinge le stime al 65% contro il 33%.
Decaro è sostenuto da una coalizione che comprende Pd, M5S e Avs. Lobuono corre per il centrodestra con Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Gli altri candidati, Ada Donno e Sabino Mangano, si attestano tra l'1% e il 3%.
Campania: sfida più serrata
Roberto Fico, ex presidente della Camera, mantiene un vantaggio su Edmondo Cirielli ma con margini più contenuti rispetto alla Puglia. I sondaggi non lo danno mai sotto il 53%, mentre Cirielli oscilla tra il 41% e il 46%. Ipsos Doxa indica Fico al 53% contro il 42,5% di Cirielli, Tecnè prevede una forbice tra 49-53% per Fico e 42,5-46,5% per Cirielli.
L'affluenza attesa si aggira tra il 45% e il 50%, con una quota di indecisi tra il 15% e il 20% che potrebbe risultare decisiva. Nel fronte di Fico, il Pd vale il 19,5% dei consensi, il M5S il 10,1%.
Polemica sul finale di campagna
Cirielli, viceministro degli Affari Esteri, ha attaccato duramente la chiusura di campagna del centrosinistra al Teatro Mediterraneo di Napoli. «Mi sembrava più un campo stretto che un campo largo. Poi vedremo le truppe cammellate di De Luca e di Manfredi cosa faranno alle urne», ha dichiarato alla stampa.
Il candidato del centrodestra ha criticato l'assenza di contenuti regionali: «Non mi è sembrato di sentire contenuti di quello che vogliono fare per la Regione Campania. I messaggi che sono arrivati sono contro di me perché sono un esponente del Governo, sono messaggi contro il Governo accusato di aver abbandonato il Sud, ma della regione non si è parlato».
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha espresso forte sostegno a Cirielli durante una conferenza stampa a Napoli. «Edmondo Cirielli è la personificazione della cultura di governo», ha affermato Giuli, sottolineando come il candidato possa ottenere «il massimo sostegno per i suoi progetti» dal governo nazionale.
Il senatore della Lega Claudio Durigon ha criticato le divisioni interne al Pd sulla preparazione dell'America's Cup a Napoli. «Assistiamo con sgomento all'ennesima faida interna al PD», ha dichiarato, prevedendo problemi futuri «con Fico al governo della Regione».
Veneto: Stefani verso la conferma del centrodestra
In Veneto Alberto Stefani, sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, si attesta tra il 62,8% e il 64,5% dei consensi. Il candidato del centrosinistra allargato Giovanni Manildo si ferma tra il 26,8% e il 32,6%. Gli altri sfidanti restano sotto il 6%.
La Lega e Fratelli d'Italia valgono ciascuno circa il 23-24%, Forza Italia supera l'8%. La regione conferma l'orientamento di centrodestra consolidato negli anni, dopo i tre mandati di Luca Zaia.
Regole e premi di maggioranza
In Puglia il consiglio regionale conta 50 seggi. La coalizione vincente ottiene un premio di maggioranza variabile: 29 seggi se supera il 40% dei voti, 28 se si attesta tra il 35% e il 40%, 27 se resta sotto il 35%. Per accedere al consiglio servono l'8% per le coalizioni e il 4% per le singole liste.
In Veneto vige la soglia del 5% per le coalizioni e del 3% per le liste. Se un candidato presidente supera il 40%, la sua coalizione riceve il 60% dei seggi consiliari. In Campania vince chi ottiene più voti, senza soglia minima.
È consentito il voto disgiunto in tutte e tre le regioni: gli elettori possono scegliere una lista e un candidato presidente non collegati. Per le preferenze ai consiglieri, se se ne esprimono due devono essere di genere diverso, altrimenti la seconda viene annullata.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).








