Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge siciliana che prevedeva l'obbligo di assumere medici non obiettori di coscienza negli ospedali pubblici. La decisione blocca la normativa approvata dall'Assemblea regionale siciliana il 5 giugno scorso.
La legge 23 del 5 giugno scorso introduceva procedure concorsuali dedicate esclusivamente a medici non obiettori per garantire l'applicazione della legge 194 del 1978 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Il provvedimento era stato approvato con 27 voti favorevoli e 21 contrari attraverso voto segreto.
Violazione dei principi costituzionali
Secondo il governo, la normativa siciliana violerebbe l'articolo 117 della Costituzione. La motivazione dell'impugnativa riguarda i principi di uguaglianza, diritto di obiezione di coscienza e parità di accesso agli uffici pubblici.
La legge prevedeva anche l'obbligo per le aziende sanitarie di sostituire tempestivamente i medici che dovessero cambiare idea sull'obiezione di coscienza. L'obiettivo era garantire la continuità del servizio e il pieno rispetto del diritto delle donne all'interruzione volontaria di gravidanza.
Reazioni politiche favorevoli
"L'obiezione di coscienza rappresenta l'espressione più autentica della libertà personale, religiosa, morale e intellettuale", affermano Raoul Russo e Carolina Varchi di Fratelli d'Italia (FdI). I due parlamentari hanno accolto favorevolmente l'impugnativa del governo.
Secondo Russo, senatore e capogruppo FdI in Commissione Insularità, e Varchi, capogruppo FdI alla Camera in commissione giustizia, in Sicilia non esistono problemi nell'applicazione della legge 194. "La legge impugnata da Roma aveva un carattere strumentale", sostengono i due esponenti del partito di governo.
Diritto al concorso pubblico
"Va garantita a tutti la possibilità di partecipare a un concorso pubblico", concludono Russo e Varchi. La posizione di FdI sottolinea come non si possa negare agli obiettori di coscienza la partecipazione alle procedure concorsuali.
La decisione del Consiglio dei ministri riapre il dibattito sull'equilibrio tra diritto all'obiezione di coscienza e garanzia dei servizi sanitari previsti dalla legge 194.
Fonte AGI (www.agi.it)
Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.