Cgil boccia pensione a 64 anni col Tfr: soglie irraggiungibili

upday.com 15 godzin temu
Leader del sindacato CGIL durante una manifestazione contro le riforme pensionistiche del governo italiano (Immagine simbolica) FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images Getty Images

La proposta del governo di andare in pensione a 64 anni utilizzando il Tfr si scontra con un muro invalicabile. La Cgil boccia senza appello il piano, definendo la pensione anticipata «un miraggio» per i redditi medi italiani.

Le soglie minime di accesso salgono vertiginosamente: da 1.616 euro nel 2025 si arriverà a 1.811 euro nel 2030. Questo incremento richiede un montante contributivo aggiuntivo di oltre 128 mila euro, corrispondente a quasi 389 mila euro di retribuzione lorda in più.

Le barriere economiche

Dal 2012 al 2022 la soglia minima è aumentata di soli 140,98 euro in dieci anni. Dal 2022 al 2025, invece, crescerà del doppio in appena tre anni: +306,65 euro. Al 2030 l'incremento totale toccherà +502,36 euro rispetto al 2022.

Le simulazioni della Cgil mostrano la drammatica realtà: con 40 anni di lavoro e 8 mila euro lordi annui si ottiene una pensione di appena 505 euro mensili. Anche con la retribuzione media del settore privato (23.700 euro annui), dopo 40 anni si arriva solo a 1.496 euro mensili, ben sotto la soglia del 2030.

Secondo Il Corriere della Sera, le donne con figli beneficiano di soglie ridotte: nel 2025 scendono a 1.508 euro con un figlio e 1.400 euro con due o più figli. Tuttavia, le carriere femminili restano mediamente più discontinue e caratterizzate da salari più bassi.

Il Tfr insufficiente

L'integrazione del Tfr si rivela inefficace nella stragrande maggioranza dei casi. Con 25 anni di lavoro e 20 mila euro di retribuzione annua, il montante contributivo stimato è 186.405 euro. Aggiungendo il Tfr (21.587 euro), si arriva a 207.992 euro: ancora oltre 200 mila euro sotto il requisito del 2025.

Solo con retribuzioni molto alte e carriere lunghe l'utilizzo del Tfr permetterebbe di centrare i valori richiesti. «La maggioranza dei lavoratori non riesce a raggiungere la soglia», spiega Ezio Cigna della Cgil.

Come riporta Il Sole 24 Ore, la Cgil accusa il governo di aver fallito nel superare la riforma Fornero, peggiorandola invece di migliorarla. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon difende la proposta come «libera scelta del lavoratore», ma per il sindacato il problema è strutturale: l'asticella viene alzata troppo velocemente.

Fonti utilizzate: "AGI", "Il Corriere della Sera", "Il Sole 24 Ore"

Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.

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