L'accordo per una tregua a Gaza continua a essere un miraggio. Una settimana fa il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva dato per vicina un'intesa tra Israele e Hamas, ma oggi è arrivata l'ennesima chiusura.
Dopo otto giorni di negoziati e ben otto colloqui tra le due delegazioni, sotto la mediazione del Qatar, Hamas ha respinto le mappe di ritiro proposte da Israele. Il rifiuto ha bloccato di conseguenza un accordo di tregua.
Hamas respinge la proposta israeliana
Un rifiuto che per un alto funzionario dell'ufficio di Netanyahu evidenzia "la non volontà di Hamas di raggiungere un accordo, mentre Israele continua a dimostrare la propria flessibilità nei negoziati". Il dispiegamento di truppe dell'Idf durante il periodo di cessate il fuoco di 60 giorni costituisce uno dei punti di maggiore contesa tra le due parti.
L'ultima proposta israeliana lascerebbe circa il 40% di Gaza sotto il controllo di Tel Aviv, compresa tutta l'area meridionale di Rafah e diversi territori anche nella parte settentrionale e orientale della Striscia. Una zona cuscinetto di tre chilometri a Rafah creerebbe una sorta di "città umanitaria" in cui l'intera popolazione di Gaza sarebbe ammassata, controllata militarmente e impossibilitata a uscire.
Le richieste di Hamas
Inaccettabile per Hamas che vuole invece il ritiro di Israele sulle linee mantenute nel precedente cessate il fuoco di marzo. Proprio questo, secondo i media israeliani, avrebbe fatto saltare l'accordo.
Secondo Channel 12, Israele presenterà domani una nuova proposta totalmente incentrata sul ridispiegamento delle truppe in caso di un accordo di cessate il fuoco. La proposta riguarderà anche il rilascio di ostaggi lungo il corridoio di Morag e il perimetro intorno a Gaza.
(AGI) www.agi.it Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.