È morto a 70 anni Björn Andrésen, l'attore e musicista svedese che nel 1971 conquistò un posto d'onore nell'immaginario cinematografico mondiale. Il regista Kristian Petri ha annunciato la scomparsa al quotidiano svedese Dagens Nyheter, avvenuta sabato 25 ottobre secondo Ansa. Le cause del decesso non sono state rese note.
Nato a Stoccolma il 26 gennaio 1955, Andrésen aveva solo 15 anni quando Luchino Visconti lo scelse per interpretare Tadzio in "Morte a Venezia". Il capolavoro del regista italiano, tratto dal romanzo di Thomas Mann, lo trasformò in un'icona cinematografica. Alla prima del film, Visconti lo definì «il ragazzo più bello del mondo», un'etichetta che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
L'impatto psicologico della fama
Quell'esperienza si rivelò traumatica per il giovane attore. «Mi sentivo come un animale esotico in gabbia», dichiarò al Guardian nel 2003. Secondo Ansa, Visconti non gli parlò mai più dopo l'uscita del film, lasciandolo solo ad affrontare il peso di un'immagine che non aveva scelto.
Andrésen evitò per il resto della carriera ruoli che puntassero esclusivamente sul suo aspetto fisico. Si indignò quando la scrittrice Germaine Greer utilizzò una sua fotografia per la copertina del libro "Il ragazzo" senza permesso. Desiderava scrollarsi di dosso l'etichetta di "bel ragazzo" che lo aveva reso famoso.
Successo in Giappone e tragedie personali
Dopo "Morte a Venezia", l'attore costruì una carriera musicale di successo in Giappone. Fu pianista, compositore e pop star con la band Sven Erics, incidendo dischi che lo resero celebre nel paese asiatico. Si racconta che l'autrice di manga Riyoko Ikeda si ispirò al suo volto androgino per creare il personaggio di Lady Oscar.
La sua vita privata fu segnata da profonde tragedie personali. Il padre morì in un incidente durante la sua infanzia, la madre si tolse la vita quando aveva dieci anni. Molti anni dopo perse il figlio Elvin, morto a soli nove mesi per morte improvvisa del lattante.
Il ritorno sotto i riflettori
Nel 2021 il documentario "Il ragazzo più bello del mondo", diretto da Kristian Petri e Kristina Lindström, riportò Andrésen al centro dell'attenzione internazionale. Il film, premiato al Sundance Film Festival, raccontava la sua storia di dolore e resilienza. L'opera vinse nel 2022 il premio come Miglior documentario televisivo europeo al festival Prix Europa.
«Le nostre strade si erano incrociate a Stoccolma, e avevo anche realizzato una serie tv per bambini con lui», ha raccontato Petri. Il regista conosceva Andrésen da quasi quarant'anni prima di girare il documentario, testimoniando un rapporto di lunga data con l'attore svedese.
Nel corso della sua carriera, Andrésen partecipò a più di trenta film e serie televisive. Tra le sue ultime apparizioni, una breve parte in "Midsommar - Il villaggio dei dannati" del 2019, diretto da Ari Aster. Lascia una figlia, Robine, nata dal matrimonio con la poetessa Susanna Roman.
Fonti utilizzate: "AGI", "Adnkronos", "Fanpage", "Ansa"
Nota: Questo articolo è stato creato con intelligenza artificiale (IA).





