Due gravi episodi di violenza hanno scosso il sistema carcerario italiano nelle ultime 24 ore. A Torino un detenuto ventenne ha aggredito un agente di polizia penitenziaria, mentre a Rimini un trentottenne è evaso dall'ospedale durante una visita medica, per poi essere catturato armato di coltello. I due casi mettono in luce una crisi sistemica fatta di sovraffollamento estremo, carenza di personale e violenza crescente.
L'aggressione a Torino
L'aggressione al carcere Lorusso e Cutugno di Torino è avvenuta ieri, 11 dicembre, al rientro del detenuto marocchino da un'udienza. Un detenuto ventenne ha colpito con violenti pugni al volto un agente della sezione settima del Padiglione A, che ha riportato un forte trauma al naso e la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Il 118 ha trasportato l'agente all'ospedale Maria Vittoria, dove è in attesa di intervento chirurgico con una prognosi di 20 giorni.
Evasione e cattura a Rimini
A Rimini, Salaheddine Khald, un detenuto marocchino di 38 anni senza fissa dimora, è evaso questa mattina dall'ospedale civile dove la scorta lo aveva condotto per un esame ai raggi. Khald ha aggredito la scorta di polizia penitenziaria e si è dato alla fuga a piedi, scatenando una caccia all'uomo serratissima.
Gli agenti lo hanno rintracciato alle 15:30 in un edificio abbandonato di via Dario Campana - lo stesso luogo dove la polizia lo aveva arrestato il giorno prima per cumulo di pena per rapina e falsificazione di documenti. Gli agenti lo hanno trovato armato di coltello e altri oggetti contundenti.
La crisi del sistema penitenziario
I numeri certificano una situazione insostenibile. Il carcere di Torino ospita oltre 1.475 detenuti a fronte di una capienza di circa 1.023 posti. A Rimini sono «stoccati» 166 reclusi in 118 posti disponibili, con un sovraffollamento del 41%.
Gli agenti di polizia penitenziaria presenti a Rimini sono solo 124, quando ne servirebbero almeno 198. Il quadro nazionale è ancora più drammatico: i detenuti ammontano a 63.656, mentre i posti disponibili sono solo 46.213. Alla polizia penitenziaria mancano almeno 20.000 agenti. Dall'inizio dell'anno si contano quasi 4.000 aggressioni agli operatori.
Secondo fonti stampa, l'Osapp ha denunciato che il carcere di Torino è «completamente allo sbando», con una popolazione detenuta «sempre più violenta e aggressiva». Il segretario generale Leo Beneduci ha dichiarato: «I detenuti spadroneggiano a tutto campo, mentre la polizia penitenziaria è costretta ad affrontare una situazione di estremo pericolo, senza adeguati mezzi di protezione e supporto.»
Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, ha definito il sistema carcerario un «colabrodo» e lanciato un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al governo Meloni: «Ci chiediamo cosa debba ancora accadere affinché il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni si destino e assumano provvedimenti conseguenziali rinunciando alla sterile propaganda.»
Le richieste sono chiare e urgenti: deflazionare la densità detentiva, potenziare concretamente gli organici della polizia penitenziaria, ammodernare le strutture, garantire l'assistenza sanitaria e psicologica, avviare riforme complessive dell'esecuzione penale. «Non possiamo più continuare a lavorare in queste condizioni [...]», ha concluso Beneduci.
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).





