Cimitero orrori Tropea: nuova inchiesta possibile

upday.com 10 godzin temu

Un troncone dell'inchiesta sul "Cimitero degli orrori" di Tropea rimane ancora coperto da segreto investigativo e potrebbe riservare ulteriori sviluppi clamorosi. Lo si evince dalle motivazioni della sentenza del Tribunale di Vibo Valentia.

Il Tribunale, presieduto dal giudice Claudia Caputo, ha condannato a cinque anni di reclusione l'ex custode del cimitero Salvatore Trecate e a tre anni e sei mesi il figlio Salvatore. I due sono stati ritenuti "al di là di ogni ragionevole dubbio" responsabili di numerose violazioni di sepolcri, estumulazioni illecite e distruzione di cadaveri con il fuoco.

Violazioni dietro pagamento

Le violazioni erano finalizzate a fare posto alle salme di nuovi defunti dietro corresponsione di denaro. Il Tribunale nelle motivazioni della sentenza ipotizza una fuga di notizie sull'inchiesta.

Secondo il racconto dell'ex custode del cimitero e della moglie, l'allora sindaco di Tropea Giovanni Macrì lo avrebbe avvertito dell'esistenza di un'indagine sul cimitero. Il primo cittadino lo avrebbe anche informato che Francesco Trecate, promosso in precedenza caposquadra comunale proprio dal sindaco, sarebbe stato arrestato.

Infiltrazioni mafiose confermate

La vicenda del cimitero è finita al centro della relazione di scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Tropea. Lo scioglimento è stato confermato dal Tar del Lazio.

Il Tar ha ricordato come il custode abbia proceduto ad "estumulazioni illecite per destinare i loculi ai defunti di appartenenti alla locale cosca nonché degli stessi amministratori e, in particolare, del sindaco". La sentenza evidenzia quindi collegamenti diretti tra le attività illecite nel cimitero e la criminalità organizzata locale.

Fonte AGI (www.agi.it) Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.

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