La Guardia di Finanza di Catania e il Tribunale di Bologna hanno eseguito il 12 dicembre due maxisequestri per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro. Le operazioni hanno colpito patrimoni legati alla criminalità organizzata e allo sfruttamento del lavoro in agricoltura.
I finanzieri del comando provinciale di Catania hanno sequestrato beni per 40 milioni di euro nell'ambito di un'operazione antimafia coordinata dalla procura locale. Il provvedimento, eseguito in Italia e Romania, ha colpito il patrimonio di un individuo ritenuto, su base indiziaria, contiguo alla famiglia Santapaola-Ercolano e al clan Cappello-Bonaccorsi.
Operazione contro il caporalato a Ferrara
Il Tribunale di Bologna ha disposto il sequestro di circa 650.000 euro in beni e l'amministrazione giudiziaria di due aziende agricole nel ferrarese. L'operazione rappresenta un provvedimento senza precedenti per la provincia e colpisce il patrimonio accumulato da Zulfiqar Alì, 60enne pakistano condannato nel 2022 a tre anni per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Il sequestro ha riguardato cinque rapporti bancari, sette società, un immobile ad Argenta e due imprese agricole. Le indagini patrimoniali condotte dalla divisione Anticrimine della Questura di Ferrara hanno coperto un periodo di dieci anni, tra il 2014 e il 2023. Alì aveva creato un sistema di subappalti illeciti attraverso società fittizie che offrivano contratti di facchino, ma inviavano lavoratori a raccogliere ortaggi in condizioni di sfruttamento nelle campagne tra Portomaggiore e Argenta.
Le due aziende agricole poste sotto amministrazione giudiziaria, Agricola Dante e Veroli Maria Vincenza, non erano coinvolte nel procedimento penale ma sono state ritenute colpevoli di aver agevolato inconsapevolmente il caporalato attraverso l'affidamento di lavori a servizi irregolari.
Dario Alba, segretario provinciale della Flai Cgil, ha sottolineato in una dichiarazione riportata da Il Resto del Carlino la necessità di rafforzare i controlli: «Lo sfruttamento lavorativo in agricoltura non è un episodio isolato, ma un fenomeno ormai radicato anche nella nostra provincia. [...] È arrivato il momento di introdurre finalmente gli 'indici di coerenza' previsti dalla legge 199/2016, che consentirebbero di verificare in modo oggettivo se il numero di lavoratori impiegati, le giornate di lavoro dichiarate e le superfici coltivate sono compatibili con quanto un'azienda realmente produce.» Il sindacalista ha aggiunto che il territorio «merita un'agricoltura basata sulla legalità, sulla trasparenza e sul rispetto delle lavoratrici e lavoratori».
Nota: Questo articolo è stato creato con l'Intelligenza Artificiale (IA).





